
C'è da aggiungere che, Elio e le storie tese a parte, posso tranquillamente affermare che non ho ascoltato veramente italiani prima dei venti anni (e anche allora fu un miscuglio impuro di CCCP, DeAndrè, Battiato, Gaetano e Flor de Mal con i MASSIMO VOLUME (il maiuscolo è voluto - a proposito, immenso il loro ultimo lavoro Cattive abitudini). Poi arrivarono Bob Dylan e Neil Young, più oltre Miles Davis e John Coltrane, ma adesso sto divagando.
Passarono gli anni e a poco a poco il suono dei Sonic Youth entrò in sintonia con me (o fu piuttosto il contrario?) fino a diventare una specie di costante, un punto di ascolto su cui fermarsi in continuo - penso a capolavori come EVOL o Daydream Nation, fin anche gli ultimi lavori che, è vero, non hanno la carica innovativa di un tempo, ma minchia, i membri della band sono splendidi cinquantenni ancora credibilissimi! Quello è il suono giusto, quasi sempre, che ci porta notizie del mondo là fuori come pochissimi ancora riescono.
Il "rumore organizzato" della gioventù sonica, ecco, nulla di più e nulla di meno.
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