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Claude Monet, 1872, Il bacino di Argenteuil |
Su
Vibrisse, il blog di
Giulio Mozzi, trovo spesso spunti di riflessione interessanti. Di recente lo scrittore si è cimentato nella compilazione di alcuni divertenti decaloghi inerenti l'attività di scrittura e il mondo editoriale in genere.
Un paio di essi in particolare mi hanno colpito.
Questo e
quest'altro.
Soprattuto alla luce della mia pur breve esperienza (breve? Forse mica tanto dato che sono trascorsi circa sette anni dalla pubblicazione del mio primo libro...) mi sono riconosciuto in molti punti.
Quando si pubblica non bisognerebbe porsi troppe aspettative, in fin dei conti le nostre opere saranno sempre une tra tante.
Il valore di un'opera non dipenderà mai dalle vendite.
Per quanto è certo molto importante trovare editori che pubblicherebbero i nostri lavori.
L'editore è un imprenditore però, che investe dei soldi per ottenere un profitto.
Se un contratto non ti soddisfa meglio non firmare e provare a ridiscuterlo. Bisogna controllare bene i contratti prima di sottoscriverli e non aspettarsi niente altro di più dall'editore che il rispetto dei medesimi, in modo da non rimanere delusi.
Scrivere deve rimanere un piacere, anche la lettura, almeno per quanto mi riguarda. Quanto alle recensioni poi, ben vengano quelle positive.
Che qualcuno abbia letto una tua cosa e l'abbia apprezzata tanto da scriverne è un grande dono. Quando conosco qualcuno che ha letto i miei lavori lo ringrazio sempre. Delle recensioni negative invece non mi curo. I giudizi a volte sono talmente soggettivi e arbitrari che si rimane interdetti. Leggo e passo. Dimentico.
Aiutare l'editore nella promozione è utile. A volte divertente. Altre meno. Le presentazioni vanno fatte con cura e dedizione.
Ma per esperienza è bene non avere troppe aspettative. La gente non è cattiva, solo ha poco tempo libero. E in fin dei conti si pubblica così tanta roba... Il mondo dell'editoria infine non è molto diverso da tutti gli altri settori, perciò guai a vedere tutto nero o tutto meraviglioso.
Sopratutto avere ben chiaro che esistono autori diversi con obiettivi diversi. Giocare secondo le proprie regole, così da non avere un giorno troppi rimpianti per non aver provato a fare quello che si sentiva davvero.