giovedì 18 dicembre 2014

Nerdelite TV on air


E così è nata una sezione video del blog con... Nerdelite TV! La userò quando un argomento necessita uno svolgimento più articolato e "a braccio". Vi piacerà? Non vi piacerà? Obladì obladà!
Gli allievi che hanno seguito i miei corsi sanno già a cosa andrete incontro...
Naturalmente non potevo che iniziare con l'annosa questione relativa ai rapporti tra fumetto e letteratura, alla luce delle recenti polemiche sorte intorno all'ultimo libro di ZeroCalcare, votato come libro dell'anno dagli ascoltatori di Fahrenheit Libri, e alla candidatura dell'ultimo fumetto di Gipi alla scorsa edizione del Premio Strega.
A ogni modo, buon ascolto!

mercoledì 10 dicembre 2014

L'uomo di Schrödinger dopo Più Libri Più Liberi


Di ritorno da PiùLibriPiùLiberi la cosa che mi è rimasta più impressa è stata il dolore alle gambe. Stare in piedi per ore e ore allo stand o in giro per la fiera mi ha procurato a un certo punto un indolenzimento dei muscoli e delle ossa (cartilagini comprese) che dalle ginocchia arrivava fino alle piante dei piedi. Ma non lamentiamoci. In fondo nella vita le cose possono sempre peggiorare, perciò va bene così.
Fausta Di Falco, editrice, Alessandro Di Sorbo, illustratore, Elio Cannizzaro, factotum, e me.
In realtà, mi sono trovato tanto bene allo stand della Verba Volant Edizioni, come fossi a casa mia, ma senza i cani dei vicini che abbaiano e ululano a qualsiasi ora del giorno. C'era pure la cioccolata fondente con le nocciole, pensate!


Mi hanno pure intervistato quelli di Radio Città Futura. Molto simpatici e cordiali. E poi a me la radio è sempre piaciuta molto. Ho pure fatto lo speaker quand'ero studente. La radio mi piace ancora. E la rifarei volentieri. Naturalmente ho parlato del mio romanzo e di Verba Volant Edizioni, la casa editrice più a Sud d'Italia presente in Fiera. 

Ho perso il conto delle copie che ho firmato de L'uomo di Schrödinger, così come dei capelli che sono andati via e non torneranno mai più.

E per facilitarmi il compito ho abbinato alla classica dedica anche un disegnino realizzato con lo spirografo. Se non sapete cos'è uno spirografo significa che avete avuto un'infanzia infelice.



A PiùLibriPiùLiberi ho bevuto diversi caffé. Chi mi conosce sa bene che bevo poco alcolici e non ho mai assunto droghe (e né ho intenzione di cominciare adesso, per essere chiari).
Insomma, se sono così è solo merito di madre natura.

E però mi è dispiaciuto non poter trascorrere del tempo con alcuni scrittori che stimo, poiché non sono proprio venuti alla fiera (in particolare Alda Teodorani, Luigi GrazioliAngelo Orlando Meloni, Nicola Pezzoli e Alessandro Sesto) o perché non siamo riusciti a incrociarci (penso a Vanni Santoni, Francesco Franceschini e qualcun altro che non mi ricorderò e a cui chiedo umana comprensione). Penso che avremmo fatto delle belle chiacchierate. Pazienza, sarà per la prossima volta.
In effetti ho incontrato pochi compagni di penna con cui chiacchierare, uno sceneggiatore, Antonio Recupero, e lo scrittore Alessio Di Simone.
Allo stand Tunué son passato un paio di volte, ma pare che tutti i miei libri fatti con loro siano esauriti da tempo (o forse erano rimasti in magazzino, non ho ben capito), perciò dopo i saluti di rito sono tornato a firmare copie di L'uomo di Schrödinger.
Ecco, tutto sommato mi è mancata la dimensione da lettore dato che non ho avuto molto tempo per seguire conferenze e girare tra gli stand (però sono andato a visitare Gorilla Sapiens che sfornano libri uno più bello dell'altro, tipo questo che ho comprato; sono diversi da tutti gli altri e anche per questo meritano fiducia).
Per ora è tutto, credo. Alla prossima!

mercoledì 3 dicembre 2014

L'uomo di Schrödinger a Più Libri Più Liberi

Dal 4 all'8 Dicembre torna Più Libri Più Liberi, con la XIII Edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria che, come ogni anno, si svolgerà a Roma all'interno del Palazzo dei Congressi (quartiere Eur). 
Anche quest'anno parteciperò ma, dopo le presenze legate sopratutto ai fumetti, per la prima volta lo farò in veste di autore letterario con il mio romanzo L'uomo di Schrödinger.


Potrete trovare il libro e incontrarmi alla VerbaVolant Edizioni (stand A38), in particolare nel pomeriggio di Sabato 6 quando sarò impegnato per un firmacopie presso lo stand
Nell'occasione brinderemo per la buona sorte di L'uomo di Schrödinger, perciò se le vostre coordinate spazio-temporali dovessero coincidere siete tutti invitati! 

N.B. per i più temerari allo stand della Tunué potrete ancora trovare anche i miei principali lavori dedicati al fumetto, da Leggere Hugo Pratt ai graphic novel Ti sto cercando, Nessun ricordo e Invito al massacro.

mercoledì 26 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger - ringraziamenti

C'erano molte persone all'anteprima in Feltrinelli. Più di quante avevo immaginato riuscissero a venire. Io ero in pessima forma. Teso. E con un terribile mal di testa che non è passato nemmeno con le cattive fino a oggi.
Per fortuna i relatori sono stati eccezionali. E devo ammettere che hanno detto cose sul mio romanzo che nemmeno io stesso avrei saputo cavare dal libro. Questo mi fa ben sperare poiché ho cercato di comporre un testo che fosse adatto a riempirsi e illuminarsi con il bagaglio di esperienze dei lettori.
Detesto leggere quei libri dove al lettore non viene lasciato alcuno spazio di interpretazione. Spero di aver disseminato abbastanza misteri.


Avrei potuto postare altre foto della serata, ma quelle potete trovarle sulla pagina Facebook.
Ho invece pensato di mettere questa foto dell'ultima pagina del libro. Quella con i ringraziamenti.
Quando mi è stato chiesto chi fossero stati i miei maestri ho risposto di non averne avuto. Quando leggevo qualcosa che mi colpiva in un racconto, un romanzo, nei fumetti o vedevo al cinema o in un dipinto, cercavo solo di capire come riprodurre un certo effetto lavorando sul linguaggio, sulla scelta delle parole. Sullo stile. La lista di "maestri" sarebbe perciò impossibile, anche se spulciando Nerdelite non è difficile raggrupparne alcuni.
Più importanti dei maestri sono stati per me coloro che in concreto mi hanno dato modo di temprare la scrittura letteraria, ovvero i curatori delle riviste dove ho pubblicato tutti i miei racconti. Più qualche altra persona che ha avuto la bontà di leggere le mie cose e propormi una direzione. Un esercizio utile e senza cui forse non avrei saputo scrivere L'uomo di Schrödinger.

sabato 22 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger alla Feltrinelli di Catania

Lunedì 24 Novembre presso la Feltrinelli Libri e Musica di via Etnea 285 a Catania alle ore 18,00
presenterò in anteprima nazionale L'uomo di Schrödinger.
Interverranno Anthony Distefano, giornalista, e il dott. Giuseppe Raniolo, psicoterapeuta.
Se qualcuno di voi si trovasse in zona sarà il benvenuto!

Guardare il mio romanzo in vetrina, tra Baricco, Veronesi, Antonov, Pennac, Oz... e non riuscire a capacitarsi. Né a rendersi conto che è successo davvero.
Sono una decina di anni che propongo manoscritti alle case editrici ottenendo solo amari silenzi e cortesi rifiuti. Non contava nulla che avessi pubblicato un saggio monografico su Hugo Pratt e che man mano tra le altre cose andavo pubblicando soggetti e sceneggiature di romanzi a fumetti, racconti, interventi critici e quant'altro. Il mondo letterario non mi considerava fino a quando ho proposto L'uomo di Schrödinger
Due/tre editori si sono interessati e ho scelto VerbaVolant Edizioni per il rigore e la fantasia con cui lavorano. Perché Fausta Di Falco è un'editrice vera e coraggiosa. Perché avrei avuto come correttore di bozze lo scrittore Angelo Orlando Meloni. E a illustrare la copertina ci avrebbe pensato il talentuoso Alessandro Di Sorbo.  Perché mi sono simpatici e mi fido della loro competenza. Perché VerbaVolant non è un editore a pagamento. Perché anche in Sicilia è possibile fare buona editoria. E se verrete a Catania lunedì potrete constatarlo di persona. Ad maiora!

giovedì 20 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger

L'uomo di Schrödinger è da qualche giorno disponibile, direttamente sul sito della Verbavolant Edizioni.
In attesa che il libro arrivi ai primi di Dicembre sugli scaffali delle librerie chi volesse potrà già acquistarlo on line con lo sconto del 15%.
Sulla stessa pagina è anche possibile scaricare gratuitamente e leggere il primo capitolo del romanzo.
Stavo pensando che tra le cose che bisogna fare quando si prepara un libro c'è elaborare una sinossi del testo e comporre un profilo bio-bibliografico che verranno inseriti nei risvolti di copertina. E quindi scegliere una sorta di "frase manifesto", un breve periodo oppure uno scambio di battute che sia accattivante e emblematico.
Sembrano tutte cose facili ma non lo sono affatto, almeno per me.
Le mie storie difficilmente possono essere riassunte con una formuletta facile facile. Amo mescolare i linguaggi, contaminare i generi, variare i registri. E certamente non si può nemmeno anticipare elementi troppo decisivi della trama, per non rovinare il piacere della lettura e la suspence.
Quanto al profilo bio-bibliografico bisogna evitare di fare lunghi elenchi e allo stesso tempo dare un'idea del percorso che l'autore ha fatto in prossimità col romanzo che forse si sceglierà di leggere.
Ecco, in questo compito me la cavo meglio. Mi concentro sulle cose più significative e mi fermo lì.
Per me come lettore vale il principio dell'inversione proporzionale, ovvero, la regola per cui meno l'autore è importante e maggior spazio occuperà il suo profilo. Più l'autore è importante e meno spazio avrà di bisogno.
Quanto alla frase manifesto... anche lì non è mai un'impresa semplice. Scegliere una fila di parole dal testo che sia significativa di tutto il libro è un'impresa da far tremare i polsi, giuro.
A ogni modo, eccovi in anteprima il frutto delle nostre fatiche.
Sinossi
L'uomo di Schrödinger è l'odissea di un uomo che ha perso la memoria, dimentico ma capace di sognare e di ricordare brevi frammenti della sua vita, in un paese acceso dalla crisi economica e dall'imminente arrivo degli extraterrestri; un viaggio allucinato ai confini di una realtà misteriosa e disturbante fatta di sette segrete, efferati delitti, complotti politici e sadici produttori di film porno: la rappresentazione del ventre oscuro e perverso di un'Italia nascosta, cattiva e demente.
Profilo bio-bibliografico
Giovanni Marchese (Catania, 1976), suoi racconti sono apparsi sulle riviste Nuova Prosa, Alibi, DoppioZero, Verde, L'Inquieto, MareNero e in antologie quali Storytellers e La Semana Negra di Gijon.
Autore del saggio Leggere Hugo Pratt (2006), ha anche scritto soggetto e sceneggiatura dei graphic novel Ti sto cercando (2008), Nessun ricordo (2009) e Invito al massacro (2012), pubblicati da Tunué, e di alcuni fumetti brevi apparsi su varie raccolte. 
Dal 2010 cura Nerdelite, blog dedicato al fumetto e alla letteratura: 
http://nerd-elite.blogspot.it/
Frase manifesto
"Che vadano in malora! E in ogni caso mi sembrava tutta una farsa. Una farsa tragica. Una specie di favola".

martedì 18 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger - la copertina

A un certo punto mi sono reso conto di non aver ancora comunicato a dovere la copertina del mio romanzo, sì ne avevo parlato in qualche post precedente ma - paradossalmente - non l'avevo mostrata rimandando semplicemente al blog di Alessandro Di Sorbo, il talentuoso illustratore che l'ha realizzata, autore anche di tutte le copertine della collana di romanzi della Verbavolant Edizioni .
A ogni modo, eccovela qui a fianco, in tutto il suo splendore.
La scelta della copertina, com'è facile da immaginare, è stata fonte di un animato dibattito in casa editrice, tuttavia dopo aver visionato e analizzato i pro e i contro di ogni bozzetto giungere alla scelta non è stato difficile.
La soluzione di un incontro tra la corrente surrealista e la componente fantastica alla fine è quella che ci ha convinti di più. Un'immagine che discende direttamente dal surrealismo "alla Magritte" per fondersi con l'energia e le atmosfere irreali delle copertine dei vecchi romanzi di Urania, per intenderci.
Il tutto condito con un subdolo rimando al fatidico "paradosso del gatto di Schrödinger", poiché, come ho già avuto modo di raccontare, il protagonista del romanzo così come il gatto del paradosso sono emblemi dell'indeterminabilità, sono e non sono allo stesso tempo. E come per il gatto si doveva necessariamente aprire la scatola per osservare il suo stato, anche per lo smemorato protagonista bisognerà leggere il libro per scoprire chi è, fino al drammatico finale...

sabato 15 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger - 07

Quelli che vedete qui a fianco sono i primi esemplari usciti dalla tipografia de L'uomo di Schrödinger, quelle che in gergo si chiamano "copie staffetta", ovvero le primissime copie a stampa del romanzo prima che inizi la distribuzione vera e propria e che il libro diventi a disposizione dei lettori in libreria.
Ieri sera ho ricevuto direttamente dalla Verbavolant Edizioni questa foto e sono rimasto qualche minuto a osservare in silenzio. A godermi la sensazione.
La verità è che non sapevo cosa pensare. Vedevo condensati in un'oggetto di carta tre anni circa di lavoro e le ore trascorse a pensare, immaginare, fantasticare, scrivere, riscrivere, correggere mi sono passate davanti tutte. Una per una. 
Ho pensato che si trattava di tempo sottratto a cose forse più importanti e mi sono vergognato come un ladro, per un momento. Questo non è un romanzo, ma un corpo del reato, pensavo. La prova tangibile di esser venuto meno ai doveri dell'essere adulto che questa realtà mi impone. 
Poi invece mi sono reso conto che questo libro incarna la mia ostinazione a immaginare quello che ancora non esiste. A fantasticare come farebbe un bambino. A rifiutare la realtà. Questa realtà gretta e meschina. Questa realtà che mi fa schifo. 
E no, questo libro ancor più dei precedenti non è frutto della forza di volontà, ma della voglia di fare un dispetto. Poiché non c'è peggior cattivo di un buono che diventa cattivo. 
E ora, a dispetto di tutto, eccovi L'uomo di SchrödingerParola delle nostre parole. Storia delle nostre storie. Offerte in dono per voi. Prendetene e leggetene tutti e sarete liberi almeno per qualche ora da questa maledetta realtà. Ci aggiorneremo presto. Ne vedremo delle belle.

mercoledì 12 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger - 06

Les amants, René Magritte, 1928
Come scrivevo l'altro giorno L'uomo di Schrödinger è in fase di stampa. Anzi, la fase di stampa pare che volga al termine. Cioè, fra non molto l'oggetto-libro sarà pronto. Paura mista a un'informe esaltazione.
Dalla Verbavolant Edizioni mi fanno sapere che in queste ore anche la pratica ISBN sarà terminata e a breve il libro apparirà nei cataloghi on line dove potrà già essere prenotato.
Io non so da dove sia giunto L'uomo di Schrödinger. Quando ho iniziato a scrivere avevo già accumulato un insieme di idee nella mia testa, ne avevo focalizzato il nucleo, ma poi la scrittura segue vie inaspettate e i personaggi che sono scaturiti e le situazioni narrative che sono venute a formarsi lo hanno fatto in modo spontaneo e inconsapevole. Per quanto più o meno immaginavo dove sarei andato a parare e in quale gorgo oscuro stesse precipitando il protagonista, lo sviluppo non è stato uno schema a tavolino ma assomigliava più a un gioco a rimpiattino tra me e una presenza intangibile che non saprei come definire. Un po' come avviene al protagonista del romanzo, affetto da amnesia non fa che inseguire un'ombra. L'unica persona che sa chi sia veramente. Oppure l'ombra di sé stesso?
Sicuramente ci sarà chi durante la lettura rinverrà questa o quella influenza, chi arriverà a cogliere talune citazioni, altri ancora riconosceranno l'impronta di testi da altri autori.
A ogni modo, l'effetto che vorrei è che il libro piaccia ai lettori. Che riesca a fare quel che ogni buon romanzo dovrebbe fare, ovvero divertire, in senso etimologico, far cambiare direzione, creare una deviazione, far dimenticare almeno per un attimo il peso della realtà che grava sulle nostre spalle
Trasportare il lettore in un luogo familiare in cui tuttavia non è mai stato. E là fargli trascorre qualche ora ai confini della realtà. Mi auguro perciò di esser riuscito a metter in piedi quella che considero la magia che solo i buoni romanzi sanno fare. Sognare.

venerdì 7 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger - 05

L'uomo di Schrödinger è in stampa! E forse l'avevo già scritto... ma la gestazione di un libro, di un romanzo in particolare, è qualcosa di complesso. Si parte da un'idea, spesso esile e sfuggente, ma l'unica a spiccare in mezzo all'informe poltiglia che stagiona nella mente... e da lì si comincia a ricamarci sopra, a fantasticare, a immaginare... per settimane. Mesi. Quindi si scrive. Per anni. E solo dopo aver avuto la fortuna di trovare un editore serio interessato si passa alla fase successiva. La correzione della bozza. L'editing. La copertina. Nel frattempo è trascorso altro tempo. Molto. E altro ne trascorrerà. Poi il libro andrà in stampa. E nel frattempo che si fa? Si leggono buoni libri e buoni fumetti, ve ne ho consigliato di ottimi di recente. 
Se capita anche un buon film sottomano è grasso che cola. Ma di recente non c'è stato molto di così esaltante, almeno tra le novità. In effetti c'è qualcosa che attendo, Stonehearst Asylum, ovvero la nuova pellicola di Brad Anderson, un regista forse poco valutato ma che ha girato alcune pellicole di grande spessore. Questo suo nuovo lavoro è ispirato a un racconto di Edgar Allan Poe, uno dei miei scrittori preferiti. 
Anderson credo che sia noto al grande pubblico solo per L'uomo senza sonno, un film straordinario con un Christian Bale in stato di grazia, uscito nel 2004. Il titolo originale era El maquinista
E vorrei sperare che almeno qualcosa dei suoi film sia trasmigrato ne L'uomo di Schrödinger.

martedì 4 novembre 2014

Fumetti a strafottere

L'uomo di Schrödinger è andato in stampa. Se durante l'editing del romanzo la mia situazione poteva rientrare in DEFCON 3, adesso posso ben dire di sentirmi in fase DEFCON 2. Quando infine il libro uscirà sarò in DEFCON 1.
Se non sapete di cosa stia scrivendo i casi sono due, o non avete mai visto War Games, il film del 1983 di John Badham con Mattew Broderick, oppure non avete dimestichezza coi videogiochi di guerra degli anni '80... sì, ai bei tempi della guerra fredda. A ogni modo qui troverete delucidazioni in merito.
Mentre si attende il lavorio delle rotative... per passare il tempo si potrebbero leggere dei buoni fumetti. 
Perciò, eccovi una sfilza di fumetti che ho letto (o riletto) negli ultimi tempi. Si tratta di roba ottima. Letture garantite dal sottoscritto.

Inizierei con un trittico dedicato a un autore italiano che ammiro tantissimo e di cui si parla davvero troppo poco. Meriterebbe senz'altro maggior attenzione e considerazione, secondo me. Sto parlando di Marco Galli e dei suoi Il Santo Premier, Nero Petrolio e Oceania Boulevard.
Un altro fumetto che non dovete assolutamente mancare di leggere è Souvenir dell'Impero dell'Atomo di Smolderen & Clerisse: FOTTUTO CAPOLAVORO è una definizione che andrebbe stretta. Anche di quest'opera per qualche assurdo motivo si è sentito parlare pochissimo.
Aggiungerei a questo breve elenco anche 
Da altrove e altri racconti una fantastica antologia dedicata a H.P. Lovecraft, una raccolta di brevi fumetti di Erik Kriek ispirati ai racconti del solitario di Providence. E Tre piani - La storia segreta dell'uomo gigante di Matt Kindt.
Infine vorrei segnalarvi Manhattan Project di Hickman & Pitarra, Prophet di Brandon Graham e Fatale di Brubaker & Phillips.
Ecco, se non avete letto nemmeno uno di questi fumetti state perdendovi qualcosa, davvero. Cercateli, prendeteli, leggeteli insomma.

mercoledì 29 ottobre 2014

L'uomo di Schrödinger - 04


Dite, ma che c'entra Space Oddity di David Bowie con L'uomo di Schrödinger?
C'entra c'entra... 
Avevo già scritto qua su Nerdelite a proposito di Walter Tevis e del suo romanzo L'uomo che cadde sulla Terra del 1963 da cui nel '76 Nicolas Roeg trasse la pellicola omonima con il "duca bianco" nelle vesti del protagonista. 
Il libro di Tevis è stato un altro dei miei punti di riferimento durante la stesura del romanzo. 
Sento che lo smemorato al centro delle vicende narrate ne L'uomo di Schrödinger presenta alcuni punti in comune con l'alieno protagonista di L'uomo che cadde sulla Terra, da un lato, mentre dall'altro la canzone di Bowie sarebbe la perfetta colonna sonora del mio libro:

[...] Sono qui che galleggio
attorno al mio barattolo di latta,
Lontano sopra la Luna,
Il pianeta Terra è blu
E non c'è niente che io possa fare [...]

sabato 25 ottobre 2014

E adesso che si fa

Quando si finisce di scrivere un libro si entra in una sorta di limbo. Hai passato molto tempo appresso a un testo. Ore e ore a scrivere, pensare. Riscrivere e ripensare. Correggere e editare. E quando tutto questo lavoro finisce c'è solo un grande vuoto. Un enorme nulla. C'è anche un manoscritto pronto per andare in stampa. Impaginato e corretto. Certo. Ma per il resto ancora niente fino a quando il libro uscirà e anche un misantropo come me allora dovrà darsi una mossa e andare in giro a promuoverlo, raccontarlo, parlarne con l'auspicio o l'illusione che non sia stato tutto inutile.
E adesso che si fa?
"E adesso che si fa" fu una domanda che rimbombò una notte di qualche anno addietro. In conclusione di una serata particolare quando giovani virgulti videro naufragare nell'oceano della propria goffaggine ogni velleità brancatiana...
Ma non tergiversiamo. Lasciamo stare, quella è una vecchia storia che non vale la pena di rivangare. Buona solo per accompagnare qualche birra.
Nel frattempo perciò si leggono buoni libri.
Prima di mettersi a scrivere qualcosa di nuovo è bene ricaricare le batterie dell'immaginario, per modo di dire.
Ho avuto la fortuna di imbattermi in buoni libri di recente
e mi permetto di segnalarveli, non si sa mai. L'ordine è casuale, naturalmente, non segue quello di lettura. E per almeno un paio si è trattato di parziale rilettura.
Concerto per archi e canguro, di Jonathan Lethem (Bompiani)
Con tanta benzina in vena, di Warren Ellis (Elliot)
L'impronta della volpe, di Moussa Konaté (Del Vecchio Editore)
Moby Dick e altri racconti brevi, di Alessandro Sesto (Gorilla Sapiens Edizioni)
Joyland di Stephen King (Sperlig & Kupfer)

Nel segno della pecora, di Aruki Murakami (Einaudi)
Racconto d'autunno di Tommaso Landolfi (Adelphi)
La boutique del mistero, di Dino Buzzati (Mondadori)

C'è da dire che ognuno di questi libri meriterebbe un post a parte, ma fidatevi del mio parere e leggeteli perché sono, ognuno a suo modo, delle letture deliziose.
Dei libri brutti che invece mi capitano tra le mani, meglio tacere.

sabato 18 ottobre 2014

L'uomo di Schrödinger - 03

L'editing del mio nuovo libro, il romanzo intitolato L'uomo di Schrödinger, si avvia alle battute finali.
Come ho scritto la scorsa volta il protagonista è un uomo che ha perso la memoria.
Durante la composizione del testo, tra le altre cose, ci sono state anche due pellicole ad accompagnarmi con le loro suggestioni.
La prima è stata Lo smemorato di Collegno, una commedia agro-dolce e ambigua del 1962 diretta da Sergio Corbucci e sceneggiata dal medesimo assieme a Giovanni Grimaldi. Ispirato a un fatto di cronaca, il famoso caso Bruneri-Canella, il film vedeva nei panni del protagonista nientemeno che il mitico Totò in una delle sue interpretazioni più riuscite.


C'è da dire che proprio in riferimento al medesimo fatto di cronaca Luigi Pirandello aveva composto il dramma in tre atti intitolato Come tu mi vuoi nel 1929.
Il secondo film invece è stato L'uomo senza passato, una pellicola del 2002 scritta e diretta da Aki Kaurismaki; un'opera struggente e intensa, amara ma anche ironica, insomma in linea con lo stile del regista finlandese.


Nel mio romanzo ho tenuto conto di quelle storie per cercare una soluzione che mi appartenesse e sentissi affine al mio modo di intendere la narrazione. Confrontando il finale non saprei dire a quale versione mi sia ispirato maggiormente, ma vorrei lasciare ai lettori il piacere di scoprirlo.

domenica 12 ottobre 2014

L'uomo di Schrödinger - 02

L'editing del mio prossimo libro, un romanzo intitolato L'uomo di Schrödinger, procede a gonfie vele. Fra non molto si procederà all'impaginazione digitale e alla stampa. Vi ho già parlato della copertina di Alessandro Di Sorbo? No, adesso che ci penso vi ho solo rimandato al suo blog... ma direi che forse per ora potrebbe essere più interessante dire qualcosa sul titolo.
Perché L'uomo di Schrödinger ?
C'è da dire che contrariamente a quanto si possa credere, il titolo è l'ultima cosa che ci si inventa. Nel senso che il titolo nasce dal libro finito, almeno a mio parere. Così fu per Leggere Hugo Pratt, come per Ti sto cercando, Nessun ricordo e Invito al massacro.
Avevo detto che il protagonista è un uomo che ha perso la memoria. Ebbene, a un certo punto, finito di scrivere il romanzo, ho ripensato alla condizione di un individuo senza memoria. Vivere senza avere coscienza del proprio passato è una condizione atroce poiché questa "ignoranza" si riverbera sul presente e impedisce di immaginare un futuro.
Le domande: chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Non hanno risposta. Almeno fino a quando questo passato non si schiude alla percezione.
Questo meccanismo mi ha ricordato il famoso paradosso del gatto di Schrödinger (si, proprio quello dove il gatto vivo e il gatto morto coesistono!). Erwin Schrödinger fu un grande scienziato, un fisico tra i maggiori studiosi della meccanica quantistica, nonché autore del famoso paradosso.
Questa coesistenza di stati mi ha fatto subito pensare al mio personaggio che allo stesso tempo è e non è. E così, eccovi spiegato il titolo e il suo senso.
Per una migliore comprensione di noi comuni mortali del paradosso affidiamoci alla spiegazione del dottor Sheldon Cooper:



In definitiva, solo leggendo il romanzo scoprirete qual è il destino del suo protagonista!

sabato 4 ottobre 2014

L'uomo di Schrödinger - 01

Il mio prossimo libro è pronto da un pezzo ormai, si tratta di un romanzo a cui ho lavorato negli ultimi due anni e passa. Si intitolerà L'uomo di Schrödinger e come ho anticipato qualche tempo fa ho anche raggiunto e formalizzato un accordo con un editore: si tratta di Verba Volant Edizioni, una piccola casa editrice gestita con grande rigore e fantasia. 
Il romanzo uscirà a Dicembre in concomitanza di Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si svolge tutti gli anni a Roma, e all'interno della collana di narrativa della Verba Volant. Inoltre potrà fregiarsi di una fantastica copertina realizzata appositamente dal talentuoso Alessandro Di Sorbo.
Come ho avuto modo di esprimere altrove, è un obiettivo che perseguivo da diverso tempo e adesso nonostante le cose che ho pubblicato negli ultimi anni a tutt'oggi (saggi, sceneggiature di fumetti, racconti...) mi sento come si trattasse di un nuovo esordio. Di certo si tratterà di un nuovo inizio per certi versi. Spero vorrete accompagnarmi in questo nuovo viaggio. 
L'immagine qui in basso riprende un famoso quadro dei primi anni '40 di Edward Hopper intitolato Nighthawks
Quel dipinto è stata tra le mie prime fonti d'ispirazione per questo libro. 
Nelle prossime settimane di tanto in tanto pubblicherò ancora qualcosa relativa al romanzo. A proposito, il protagonista è uno smemorato e la storia si svolge ai giorni nostri. Anzi, non proprio oggi ma domani. Sì, in un futuro prossimo.


sabato 13 settembre 2014

Il prossimo libro



Ho firmato il contratto del mio prossimo libro. E un altro obiettivo è stato raggiunto.
Inizia una nuova avventura, emozionato come fosse la prima volta.

sabato 23 agosto 2014

MareNero numero 1

Ho pubblicato un breve racconto sul numero 1 di MareNero, una rivista illustrata di narrativa del brivido e dell'insolito diretta da Sabrina Deligia e curata da Alda Teodorani.
MareNero è una rivista digitale, leggibile gratuitamente on line, nata pochi mesi fa come supplemento gratuito di MareeOnline.com, e dalla collaborazione tra Sabrina Deligia e Alda Teodorani.
Su MareNero potrete trovarci orrore, macabro, estremo, neo-noir, insolito, lugubre, inquietante, atroce. Inediti, esordienti e autori affermati. Contaminazioni di generi e visioni alterate.
MareNero dimostra ancora una volta quanto gli scrittori italiani siano bravi a raccontare la paura. A mio modesto parere era la rivista che mancava, e esser presente con un mio breve racconto sul primo numero mi rende davvero felice.
La rivista è leggibile e anche scaricabile gratis on line da qui.
A proposito, il mio racconto pubblicato sul numero 1 lo trovate alle pagine 16-19 e si intitola Scolopendra, è ambientato in Giappone e racconta di un bambino che gioca con l'aquilone di notte quando il buon senso consiglierebbe di restarsene al sicuro chiusi in casa. A dormire. Buona lettura.




lunedì 18 agosto 2014

Stalin + Bianca

Stalin + Bianca è un romanzo di Iacopo Barison uscito pochi mesi fa per Tunué, all'interno della nuova collana di narrativa lanciata dagli "editori dell'immaginario" e diretta da Vanni Santoni.
L'autore appartiene a una generazione precedente rispetto alla mia, i nati negli anni '80, e ho trovato molto interessante la storia che racconta proprio per la distanza generazionale del vissuto quotidiano che il testo incarna con naturalezza ma anche con un certo travaglio interiore. Lo scenario che si pone davanti al lettore appunto è quello di un presente continuo, cupo e privo di speranza. Desolante. Non siamo di fronte a una commedia sentimentale romantica e idealizzata. No. I colori sono del tutto assenti in questo romanzo di formazione, dove il lettore che guarderà a quella generazione come una gioventù frivola e superficiale, incapace di guardare al presente senza i filtri di un'applicazione da smartphone, rimarrà spiazzato.
Quello che Barison descrive è il racconto di un mondo giovanile crudo e acido, sullo sfondo di una nazione alla deriva ideologica e sociale, un paese definitivamente al tramonto dove tra il fango e la polvere, le lamiere ritorte e le macerie delle periferie prende luce il rapporto del protagonista, lo "Stalin" del titolo, con la compagna Bianca, una ragazza non vedente.
In un mondo caratterizzato dalle miserie di sempre, questo legame rappresenta qualcosa di tenace e vitale, e la loro fuga d'amore diventa una corsa incontro al domani, alla ricerca di sé stessi.
Dopo tutto, nonostante lo squallore dei tempi, forse vale la pena trovarsi ancora, provare a prendersi per mano. Stringere forte e correre via, incontro al futuro. Qualunque esso sia.

mercoledì 9 luglio 2014

L'Inquieto numero 3

Ho pubblicato un breve racconto sul numero 3 di L'Inquieto, rivista illustrata di letteratura curata da Bernardo Anichini e Martin Hofer.
L'Inquieto è una rivista digitale auto prodotta leggibile gratuitamente on line e allo stesso tempo un prodotto editoriale raffinato e composto con professionalità e attenzione per il dettaglio. Sfogliare, guardare e leggere per credere.
Come ogni realtà indipendente che si rispetti L'Inquieto è un contenitore di energia a alto voltaggio all'interno del quale è possibile rintracciare linguaggi narrativi e visivi originali e disinvolti votati all'insegna della fantasia, dell'immaginazione e dell'ironia.
Sul numero 3 da pagina 82, come scrivevo, tra le altre belle cose da vedere è presente un mio racconto breve e inedito intitolato L'ultima Dea.
Si tratta di un testo in cui ritorno a sviluppare il tema di una esistenza in bilico "tra due mondi" e su equilibri precari (un po' come già avevo avuto modo di fare con il mio racconto intitolato Congedo illimitatouscito tempo fa su DoppioZero). Anzi, a essere precisi questo tema ritorna spesso nei miei racconti adesso che ci rifletto. Buona lettura. 
N.B. a ogni buon conto, la rivista è leggibile e anche scaricabile on line da qui.


sabato 21 giugno 2014

La quarta persona più importante

Qui su Nerdelite ho già avuto modo di scrivere a proposito dello scrittore Francesco Franceschini, quando raccoglievo le mie impressioni circa il suo romanzo d'esordio intitolato Apocalisse in pantofole. E adesso ritorno a scrivere qualcosa sull'autore di Narni dopo aver letto La quarta persona più importante, il suo secondo romanzo uscito sempre per la dinamica Verba Volant Edizioni di Siracusa, una piccola casa editrice indipendente che occupa ormai uno spazio importante nel settore. A dirla tutta, il libro faceva parte del malloppo di volumi, presi a Roma durante la scorsa edizione di Più Libri Più Liberi, e di cui ho già scritto qui, solo che tra una cosa e l'altra, naturalmente, c'è voluto il tempo che serviva per leggerli e gustarli tutti. Ma diamo un taglio a questo preambolo per passare al romanzo di Franceschini. Rispetto al lavoro precedente La quarta persona più importante è un testo più denso, più maturo e con una lingua strutturata e elaborata. Espressiva e sciolta.
Protagonista del romanzo è Mirka, una ragazzina da poco rimasta orfana dei genitori. Mirka fugge lontano dai nonni, indifferenti rispetto alle emozioni e ai sentimenti della nipote, per intraprendere un viaggio on the road assieme allo zio Ludovico, un immaturo dall'indole bizzarra. Il viaggio diventa una fuga alimentata dal desiderio informe di vivere libera dalle costrizioni degli adulti e dal dolore per la perdita dei genitori, però la possibilità di immaginare e costruire un'altra vita sembra galleggiare in un mare di incertezze e timori e appare priva di una strategia e di obiettivi precisi anche quando le cose volgeranno al meglio.
Con La quarta persona più importante le tematiche che Franceschini sviluppa si fanno stratificate e complesse sfociando in visioni cupe e ambigue che gettano sul finale una luce sinistra e spettrale.
Nel complesso si tratta davvero di un buon lavoro, una lettura che non lascerà delusi i lettori, per altro incoronata da un titolo tra i più felici che mi sia capitato di incontrare negli ultimi anni. 
Nota di merito infine per la magnifica illustrazione di copertina, opera di un Alessandro Di Sorbo sempre originale e sorprendente.


domenica 18 maggio 2014

Intanto anche Dicembre è passato

Intanto anche Dicembre è passato è il titolo dell'ultimo romanzo dello scrittore Fulvio Abbate, uscito lo scorso autunno per i tipi di Baldini & Castoldi.
Fulvio Abbate, autore nato a Palermo, ha all'attivo diversi libri importanti pubblicati nel tempo con vari editori, oltre a esser stato insignito del titolo di Commandeur Exquis de l'Ordre de la Grande Gidouille dal Collège de 'Pataphysique. E se non sapete cos'è la Patafisica (come direbbe il buon Marchese Fulvio Abbate, così infatti suole definirsi): cazzi vostri!
Vive a Roma dove lavora e risiede da molti anni, ma leggendo questo suo ultimo lavoro scopriamo che dell'animo siciliano conserva e esercita, con grande felicità e acume, lo spirito corrosivo eppure disincantato, l'anelito anarchico carico di fantasia e libertà unito a una malinconia struggente per un altrove che non c'è o che forse non è mai esistito, frutto, probabile, di un grande imbroglio giocoso, una rielaborazione letteraria del vissuto e della memoria reiterata per mezzo di un linguaggio immaginifico, una prosa di spirito situazionista, un'affabulazione letteraria accalorata e divertente tramite cui ci racconta (e forse si racconta) una verità che si ricompone più vera di qualsiasi forma di ripugnante vetero-realismo consacrato sull'altare dell'impegno e dell'esistente.
Insomma, siamo di fronte a un piccolo grande capolavoro della letteratura italiana contemporanea, un fottutissimo libro che consiglierei di leggere solo alle persone intelligenti, dacché gli imbecilli continueranno a non capirci una beata minchia e a preferire l'ultimo insipido libretto declamato dal "promoter" di turno.
L'esistente fa schifo, ma la letteratura che pesca da quel flusso di energia, di purezza e di sfrenata fantasia a cui Abbate si abbevera, se non ci salverà dall'oblio per lo meno ci libererà dalle catene di un presente mefitico dove trionfano i buoni sentimenti e il politicamente corretto. La letteratura dei sepolcri imbiancati della cultura ufficiale, per intenderci, dove ciò che viene spacciato per grande bellezza è una presa per il culo. Insomma, aggiungete alle vostre letture Intanto anche Dicembre è passato di Fulvio Abbate. E se non lo apprezzerete vorrà dire che per voi non c'è proprio speranza.

lunedì 14 aprile 2014

Nuova Prosa 63

Avevo già parlato qui su Nerdelite di Nuova Prosa, la rivista edita dalla Greco & Greco Editori di Milano.
In questi giorni è uscito il nuovo numero, il 63, dove potrete trovare, oltre la sezione di critica letteraria, anche la benemerita sezione narrativa curata da Luigi Grazioli, tra le cui pagine si affaccia un mio racconto intitolato Banana Matura.
Aver pubblicato questo racconto è una piccola grande soddisfazione. Ho iniziato a scrivere racconti ben prima di iniziare a pubblicare sceneggiature di romanzi a fumetti. Alcuni di questi sono pure diventati soggetti (es. Ti sto cercando). Altri sono rimasti nel cassetto a farsi compagnia e accogliere di tanto in tanto un nuovo venuto. Finché qualche tempo fa ho deciso di iniziare a proporli. E difatti negli ultimi tempi su varie riviste sono usciti alcuni miei racconti.
Tornando a Banana Matura, mi fa molto piacere essere riuscito a pubblicarlo poiché è uno dei miei racconti più "anziani", e anche perché sviluppandolo ho composto quello che è a tutti gli effetti il mio primo romanzo (inedito, a tutt'oggi). Una roba che ho proposto a diversi editori senza ricevere mai, salvo forse un paio di casi, riscontri. Perciò, dato che così va il mondo, per lo meno Banana Matura sarà letto da qualcuno. Di cosa parla? Dunque, è una storia che inizia così, c'è un tale che durante una notte buia e tempestosa rimane in panne con l'automobile nei pressi di un vecchio maniero dove si recherà in cerca di aiuto e poi... insomma, non vi rovino il piacere della lettura. Chi fosse interessato potrà trovare Nuova Prosa in libreria (se non ce l'hanno fatela richiedere, è distribuita regolarmente) oppure richiedetela direttamente all'editore.

venerdì 21 marzo 2014

Verde numero 22

Ho pubblicato un racconto breve sul numero 22 di Verde, la rivista mensile indipendente e elettrocartacea curata da Alda Teodorani e Pierluca D'Antuono.
Verde è una rivista molto interessante e, come dovrebbe essere per ogni rivista indipendente, anche carica di energia e vitalità, contenuti critici e pensiero controcorrente.
Al suo interno potete trovare grafica & illustrazione, fotografia, poesie, racconti, rubriche. Il numero di questo mese è dedicato in particolare all'artista Guglielmo Achille Cavellini, noto come GAC, nel centenario della sua nascita. Artista, collezionista e mecenate, GAC è una figura cardine del mondo dell'arte contemporanea.
Sul numero di questo mese, come dicevo, uscito in questi giorni, è contenuto il mio racconto che si intitola Carnaio.
Si tratta di un testo in cui ho provato a misurarmi con una scrittura e un linguaggio di impronta "nera" lavorando su alcune idee molto cattive. Chi volesse leggerlo potrà farlo gratuitamente sfogliando Verde on line qui in calce, oppure direttamente su Issuu, alle pagine 10-11. Qualora voleste procurarvi una copia cartacea della rivista potete consultare il blog di Verde dove sono indicati i punti di distribuzione.




martedì 11 marzo 2014

True Detective

Si è appena conclusa la prima stagione di True Detective, la magnifica serie televisiva ideata dallo scrittore Nic Pizzolatto per l'emittente statunitense HBO.
Per coloro che ancora non avessero avuto modo di vederla, dirò solo che essa narra le vicende di Martin Hart e Rustin Cohle (interpretati rispettivamente da Woody Harrelson e da un Matthew McConaughey in stato di grazia), due detective della polizia dello Stato della Luisiana impegnati nelle indagini tese a catturare un assassino seriale. Una ricerca che inevitabilmente si intreccerà con le vicissitudini personali e le tensioni familiari vissute dai protagonisti.
La narrazione, che si snoda attraverso un arco temporale che va dal 1995 al 2012 con un percorso in cui si alternano con grande efficacia flash-back e flash forward, si caratterizza sin dalle prime battute come un poliziesco duro e puro vecchia scuola hard boiled, seppur aggiornato e contaminato da elementi misticheggianti e soprannaturali, tanto che in un primo momento si è portati subito a collegare True Detective alla serie più grande di sempre, ovvero il Twin Peaks di David Lynch (1990), mentre nel corso delle puntate si fa sempre più vivo il legame con il filone ultraterreno della produzione letteraria americana che da Ambrose Bierce conduce a H.P. Lovecraft.
In realtà, a mio modesto avviso, al di là delle varie influenze cinematografiche (tra gli altri, The Texas Chain Saw Massacre diretto nel 1974 da Tobe Hooper), se proprio volessimo individuare un antecedente televisivo il candidato giusto sarebbe Miami Vice, la serie ideata nel 1984 da Anthony Yerkovich e Michael Mann. Il che, per tutta una serie di motivi: l'uso di un linguaggio per immagini di solido impianto cinematografico, il tono realistico da poliziesco procedurale, la cifra drammatica del racconto e la profondità interpretativa degli attori. L'elaborazione di una scrittura di altissimo livello; questo è il punto nodale della buona riuscita della serie: una scrittura di grande qualità senza la quale il buon esito di ogni racconto per immagini (su pellicola o su carta, film o fumetto che sia) andrebbe a farsi fottere. Semplicemente.
Ciò premesso, senza voler spoilerare nulla, consiglio caldamente a quanti non l'avessero fatto, di vedere tutte le otto puntate di questa serie, una storia di sbirri raccontata come Dio comanda, giusto per farsi un'idea dell'infimo livello e della banalità che caratterizzano le serie televisive (e anche no) italiane, lontane anni luce da produzioni del livello di True Detective. Oltretutto, la prima stagione è conclusiva, dato che la serie è antologica e a ogni stagione cambieranno ambientazione e interpreti. Insomma, l'effetto "beautiful" è un rischio scongiurato. Buona visione.

venerdì 14 febbraio 2014

Primo Levi, una stella tranquilla

Una stella tranquilla - Ritratto sentimentale di Primo Levi  è un fumetto di Pietro Scarnera uscito per Comma 22 Editore poche settimane fa.
Avevo già avuto modo di apprezzare le capacità grafiche e narrative di Scarnera nel 2010, quando aveva pubblicato per la stessa casa editrice il fumetto Diario di un addio, dove raccontava con grande efficacia e sensibilità le vicissitudini del protagonista, figlio di un malato in stato vegetativo, e della sua famiglia alle prese con la malattia, gli ospedali, la morte e riuscendo a rendere universale quella che era una esperienza individuale. Personale.
Quando allora venni a sapere della lavorazione di questo nuovo fumetto su Primo Levi, scrittore che ho sempre apprezzato molto, divenni curioso di sapere come sarebbe venuto fuori. Personalmente non amo il genere biografico/autobiografico, anzi, per essere più preciso non amo la maniera in cui questo genere è stato "trattato" talvolta attraverso il fumetto negli ultimi anni: storie autoreferenziali dense di vacuo intimismo e fervente retorica, segni convenzionali, mezzetinte deprimenti e la noia che solo un distorto senso etico del dovere sa esprimere. Esistono delle eccezioni, per esempio: Stalag XB di Marco Ficarra, Coltrane di Paolo Parisi o Philip K. Dick di Matteuzzi & Ongarato. E penso anche a Joe Matt o Adrian Tomine. Tuttavia spesso ho visto biografie di personaggi morti in circostanze tragiche e/o esemplari contro il muro di gomma dello Stato assente composte giuste in occasione di qualche anniversario solo nell'intenzione di "fare cassa" e imporsi con destrezza e facilità all'attenzione degli addetti ai lavori e forse dei lettori.
Ciò premesso, essendo da sempre invece interessato alla figura di Primo Levi, riponevo perciò in questo libro l'auspicio che potesse essere l'occasione per mostrare l'eccezionale complessità dello scrittore Levi.
A a mio parere, Scarnera è riuscito a comporre un racconto sentito, sincero, fuori da ogni retorica e da ogni facile finalità etico/morale e che mette in evidenza la complessità di Levi autore, testimone del lager, chimico industriale e scrittore di rara intelligenza. Una intelligenza inquieta. Una personalità letteraria articolata che Scarnera ricerca e ricostruisce a tutto tondo con un segno intenso e essenziale, originale e carico di immaginazione; ma anche attraverso una scrittura immediata e gentile che si concentra sulla vita di Levi dal suo ritorno a Torino dopo la guerra e fino alla morte, seguendo le tappe del diventare scrittore tra la rielaborazione della memoria e l'invenzione fantascientifica. Insomma, se esistesse un segreto per fare delle buone biografie a fumetti Scarnera lo conosce bene.

sabato 11 gennaio 2014

La penultima città

Ammettiamo pure che uno dei motivi se non il motivo fondamentale che mi ha portato a leggere il romanzo di Piero Calò, tra gli altri in catalogo per Las Vegas Edizioni, è stato sapere che il medesimo scrittore era anche autore di un trattato sulla figura di Linda Lovelace e sulla pornografia analizzata prima e dopo quello spartiacque che da tutti gli esperti è considerata la pellicola Gola Profonda (Gerard Damiano, 1972). Ammettiamolo pure.
Ero persuaso perciò all'idea che un intelletto così disinvolto da scegliere un film porno come chiave di volta per una visione sulla società contemporanea di sicuro non mi avrebbe propinato il solito romanzo didattico e moralistico contro la decadenza del mondo occidentale, semmai un bel romanzo ironico e pieno di fantasia sull'indecenza del mondo occidentale.
E le aspettative sono state ripagate. Scrittore dotato d'una prosa elaborata e dal ritmo ondulatorio che divaga secondo tensioni contrastanti attraverso un lessico colorito e levigato, Piero Calò con La penultima città  racconta un futuro prossimo, distorto e distopico ma anche bizzarro e imprevedibile, dove le "sorti magnifiche e progressive" del mondo occidentale sono rette dalla Giolla Unita, un'entità sovranazionale che ha preso il posto delle vecchie nazioni. Il denaro è stato abolito e al suo posto ogni cittadino ha a propria disposizione una tessera-punti con cui provvedere ai bisogni essenziali ma anche ai capricci. E sì, perché a tale scopo in ogni città sono a disposizione, a cura dei Beni Vizi e Servizi, sorta di surrogato delle vecchie amministrazioni comunali, dei magnifici bordelli dotati di ogni comfort e prestazione. L'oro, invece, in questo mondo sgangherato e futuribile non è scomparso ma è diventato ancor più prezioso, oltre a essere l'unico mezzo per evadere dalle città verso le Oasi Felici della Giolla Unita, luoghi esotici (ma anche no) che i cittadini possono ammirare solo attraverso i maxi schermi disseminati per le strade. A patto di riuscire a accumularne una quantità sufficiente prima di schiattare. Cosa niente affatto semplice come impareremo a conoscere leggendo questo romanzo corale, animato da una forza linguistica eversiva singolare e dominato da un tono umoristico sboccato ma raffinato.
La penultima città narra le vicissitudini di un gruppo di personaggi pittoreschi nella città di Torello, dove ognuno a proprio modo vive il destino individuale e collettivo dell'umanità mentre a loro insaputa la Storia complotta riservandogli un finale dagli echi palingenetici; in città esplode una bomba al giorno e non nascono più bambini da molti anni. E' la visione di un mondo distante solo un poco più in là dell'esistente e animato da un pieno smarrimento misto a una vaga eccitazione, una sorta di ottimismo disperato che, se da un lato non consola dall'altro nemmeno scoraggia. Una specie di allegra apocalisse verso un nuovo domani o un triste epilogo per le sorti dell'umanità? Ai lettori l'ardua sentenza! Quanto al sottoscritto, mi sono divertito un mondo a leggere La penultima città di Piero Calò.