La prima parola che userei per descrivere “L’uomo di Schrödinger” di Giovanni Marchese è: disturbante.
Infatti l’ho letto con un perenne stato di nausea e qualche dolorino alla bocca dello stomaco, come se tutta la tensione accumulata finisse in un punto ben preciso. Ad un certo punto contavo le pagine che mi restavano per arrivare alla fine. Avevo bisogno di una fine.
Ed è una cosa bellissima. Insomma, diciamocelo, quanti libri leggete all’anno che passano via inosservati, che non vi lasciano nulla addosso? Questo libro invece vi obbligherà a finirlo per arrivare a sciogliere quel nodo allo stomaco.
(per continuare a leggere la recensione di Gianlugi Bodi cliccare qui)
Fa senz'altro molto piacere quando il proprio lavoro riesce a convincere e soddisfare i lettori, sopratutto quando si tratta di lettori "forti" e dotati di strumenti interpretativi è appagante poiché si ha la conferma non solo di aver raccontato una storia interessante ma anche di averlo fatto con proprietà di linguaggio e stile che non è affatto una cosa scontata. Buona lettura!
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