E poi il confronto con i relatori mi è servito tantissimo per mettere a fuoco alcuni aspetti del mio romanzo di cui non ero del tutto consapevole durante la stesura. Alfonso Nicita, dal suo particolare punto di vista, quello di lettore-psicologo ha messo in luce l'efficacia narrativa del testo e la sua risonanza con l'intima natura della psiche del protagonista che, ricordiamo, è pur sempre uno smemorato che tenta di ricostruire la propria identità.
Anche il contributo di Angelo Orlando Meloni - scrittore ormai in rampa di lancio dopo i successi del suo Cosa vuoi fare da grande? scritto a quattro mani con Ivan Baio - ha messo in risalto alcuni aspetti de L'uomo di Schrödinger, sopratutto quelle componenti avventurose e fantastiche che proiettano il mio romanzo lungo una prospettiva che se da un lato tocca autori come Dino Buzzati, Tommaso Landolfi e Michele Mari, dall'altro riprende una certa narrativa di genere fantascientifico che vede in Philip K. Dick il suo esponente di punta e che pone L'uomo di Schrödinger "come un romanzo ai confini della realtà".
Infine, inevitabilmente, si è parlato anche di fumetti vista la mia precedente produzione, e la fatidica domanda su come mai abbia al momento accantonato le sceneggiature per dedicarmi ai racconti e ai romanzi è giunta ineluttabile. La risposta che ho dato è che la scrittura per i fumetti a un certo punto non mi è più bastata. Il fumetto è un linguaggio per immagini che sfrutta le parole solo quando i disegni hanno esaurito il compito narrativo. Per poter scrivere qualcosa di ancora più articolato dovevo per necessità puntare sulla letteratura. Se avessi voluto raccontare L'uomo di Schrödinger a fumetti, per fare un esempio, avrei avuto bisogno di non meno di 400/500 tavole. Nessun editore l'avrebbe prodotto. Nessun disegnatore l'avrebbe disegnato. La letteratura è un linguaggio assai più denso del fumetto, non a caso quando da un romanzo si trae un fumetto o un film si parla, appunto, di "riduzione". Penso invece che i racconti brevi possano benissimo funzionare come soggetti per sceneggiature.
A ogni modo, a quanti di voi si dovessero trovare a passare da quelle parti, vi raccomando una visita da Gabò, un piccola e accogliente libreria indipendente gestita come si deve.
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