Quest'anno ricorre il cinquantennale dei Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby! Il quartetto più famoso al mondo dopo i Beatles nasce infatti nel 1961 dando contemporaneamente vita al Marvel Universe che ancora oggi ci regala grandi storie. I Fantastici Quattro segnarono l'inizio di un nuovo modo di fare fumetti.
Io ho celebrato l'evento a modo mio... rileggendo i primi storici episodi di Lee & Kirby (in una ristampa italiana degli anni novanta), cui ho fatto seguire la lettura di una gran bella saga del quartetto risalente agli anni settanta con dentro grandi autori come Marv Wolfman, Keith Pollard, John Byrne e Joe Sinnot, conosciuto come "il ciclo della Sfinge". Ah! Che goduria! Che Meraviglia! Marvel, appunto.
Incredibile come storie così datate mantengano ancora un fascino e una freschezza inalterati. Dialoghi brillanti, disegni dinamici ed espressivi. Accattivanti. Trame mozzafiato, avventurose, ironiche e ricche di colpi di scena. Si, forse ad una lettura critica alcuni passaggi potrebbero sembrare naif oggigiorno, ma sapete una cosa? Chi se ne frega! Ad avercene ancora oggi di letture così belle...
Lo Spazio Bianco in questi giorni sta celebrando il compleanno dei Fantastici Quattro con un'iniziativa originale: ridisegnare il primo numero tavola per tavola con contributi di vari disegnatori. Qui potete vedere i vari lavori. Mentre qua vengono raccolti una serie di contributi scritti. Excelsior!
4 commenti:
I Fantastici 4 di Lee e Kirby sono una passione che va al di là di ogni classificazione. L'avventura allo stato puro dei comics usa, comincia qui e, in realtà, resta insuperata ancora oggi. Bellissime le iniziative de Lo Spazio Bianco, in effetti.
Già, quel senso di meraviglia, l'imprevedibilità delle vicende, sono qualcosa difficile da ripetere. Il brio della scrittura di Lee e la potenza dei disegni di Kirby! Grandi. E la "saga della Sfinge" a cui faccio riferimento non è da meno, Wolfman/Pollard/Byrne/Sinnot!
Grazie della segnalazione!
Eh! Prego! ;) Un evento CENTRALE per la storia del fumetto non può passare in sordina.
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