venerdì 27 aprile 2012
Invito al massacro, al Napoli Comicon 2012
Appuntamento dal 28 Aprile al Primo Maggio al Napoli Comicon, il Salone internazionale del fumetto che si svolgerà quest'anno presso la Mostra d'oltremare (padiglioni 1, 2 e 3, ingresso da Piazzale Tecchio), dove il sottoscritto e Davide Garota saranno presenti presso lo stand Tunué per saluti, dediche e quant'altro!
Naturalmente Invito al massacro sarà disponibile in anteprima presso lo stand Tunué (E23):
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giovedì 26 aprile 2012
Invito al massacro, la copertina
Ed eccovi una foto della prima copia stampata di Invito al massacro!
Come qualcuno avrà certamente notato il soggetto dell'immagine di copertina riprende un famoso dipinto di Caravaggio, ovvero la Cena in Emmaus.
L'opera originale, un dipinto ad olio su tela dei primi anni del XVII secolo, è attualmente conservata a Londra, alla National Gallery.
Che ci azzecca con Invito al massacro?
Ottima domanda.
Diciamo che con Davide Garota avevamo fatto delle prove, personalmente avevo messo l'accento su alcuni dettagli d'atmosfera che mi sembravano importanti. Tuttavia, per quanto ben realizzate e ispirate, le prove mancavano di quell'alchimia necessaria a far si che la copertina non lasciasse indifferenti.
A quel punto, sarò sincero, ho fatto di testa mia. Ho imposto una mia proposta, ovvero riprendere quel dipinto di Caravaggio, un'idea che ho avuto in testa sin dall'inizio. E senza sapere perché. Tutt'ora non lo so. Non conosco il motivo o le ragioni di questa cosa. Mi sono fidato dell'istinto che mi diceva che la copertina doveva essere fatta in quella maniera, con alcuni ritocchi opportuni, certo, e con i personaggi del fumetto al posto del Cristo, dell'oste e dei discepoli. Davide Garota, dimostrando molta umiltà e coraggio ha eseguito il compito reinterpretando il canone caravaggesco con grande abilità e utilizzando le tecniche del monotipo e dell'acquarello, un procedimento che pratica da anni e che aveva intenzione di usare a prescindere per la realizzazione dell'immagine di copertina. Personalmente sono soddisfatto del suo lavoro. Anche se tutt'ora non mi spiego perché la testa mi ha fatto dire che la copertina doveva essere così. Sicuramente c'è un significato, ma ancora non ne sono a conoscenza.
Come qualcuno avrà certamente notato il soggetto dell'immagine di copertina riprende un famoso dipinto di Caravaggio, ovvero la Cena in Emmaus.
L'opera originale, un dipinto ad olio su tela dei primi anni del XVII secolo, è attualmente conservata a Londra, alla National Gallery.
Che ci azzecca con Invito al massacro?
Ottima domanda.
Diciamo che con Davide Garota avevamo fatto delle prove, personalmente avevo messo l'accento su alcuni dettagli d'atmosfera che mi sembravano importanti. Tuttavia, per quanto ben realizzate e ispirate, le prove mancavano di quell'alchimia necessaria a far si che la copertina non lasciasse indifferenti.
A quel punto, sarò sincero, ho fatto di testa mia. Ho imposto una mia proposta, ovvero riprendere quel dipinto di Caravaggio, un'idea che ho avuto in testa sin dall'inizio. E senza sapere perché. Tutt'ora non lo so. Non conosco il motivo o le ragioni di questa cosa. Mi sono fidato dell'istinto che mi diceva che la copertina doveva essere fatta in quella maniera, con alcuni ritocchi opportuni, certo, e con i personaggi del fumetto al posto del Cristo, dell'oste e dei discepoli. Davide Garota, dimostrando molta umiltà e coraggio ha eseguito il compito reinterpretando il canone caravaggesco con grande abilità e utilizzando le tecniche del monotipo e dell'acquarello, un procedimento che pratica da anni e che aveva intenzione di usare a prescindere per la realizzazione dell'immagine di copertina. Personalmente sono soddisfatto del suo lavoro. Anche se tutt'ora non mi spiego perché la testa mi ha fatto dire che la copertina doveva essere così. Sicuramente c'è un significato, ma ancora non ne sono a conoscenza.
lunedì 23 aprile 2012
Invito al massacro, i personaggi
Vedova Malacarne |
Gustavo Malacarne |
Cola |
Melo |
Ciuzzo |
Quanto a Nicola De Leyra, detto Cola, si racconta che una volta rimase a fissare una ragazza per una serata intera; non si seppe come ma la poveretta si ritrovò ingravidata. Infine di Francesco Motta, detto Ciuzzo, è risaputo che in vita sua è andato al cinema solo due volte e per vcdere La storia infinita e Titanic.
Il resto, lo scoprirete leggendo Invito al massacro.
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venerdì 20 aprile 2012
Invito al massacro, l'anteprima sfogliabile
In attesa di vedere Invito al massacro stampato su carta e a colori, che ricordo sarà disponibile dal Napoli Comicon (28 Aprile - 1 Maggio) e poi in tutte le librerie e fumetterie, è intanto leggibile questa corposa anticipazione digitale sfogliabile, giusto per farvi un'idea di che storia andrete a leggere.
mercoledì 18 aprile 2012
Invito al massacro è in stampa
Festeggiamo il duecentesimo post di nerdelite con la notizia che Invito al massacro è in fase di stampa!
Qua intorno potete vedere qualche foto scattata durante l'operazione di calibratura dei colori e settaggio delle macchine.
Prendiamolo come un segno del destino.


E da qualche tempo invece supero le duemila e duecento visite al mese. Che non saranno molte, forse. Ma come crescita non c'è male, tutto sommato. Io non appartengo a nessuna consorteria. Non frequento corti dei miracoli. Né cenacoli intellettuali. Non sono in nessun collettivo o gruppo. Non sono un cosidetto "figlio d'arte". Quindi ogni visita è frutto dell'interesse per la mia scrittura e basta. Almeno credo. E perciò voglio dire grazie a tutti quanti che mi seguite e leggete qui.
Mi auguro che vorrete seguirmi in questa nuova avventura che sarà Invito al massacro.
Su nerdelite vi terrò aggiornati sulla situazione, naturalmente vi aspetterò al Napoli Comicon se vorrete passare a trovarmi, ma avremo modo di tornare su questo argomento. Per adesso abbandoniamoci al rumore delle macchine di stampa.
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lunedì 16 aprile 2012
Invito al massacro - zeroquattordici
Il conto alla rovescia si approssima alla sua conclusione, si avvicina l'uscita per Tunué e in anteprima al Napoli Comicon di Invito al massacro, il nuovo romanzo a fumetti che ho scritto e sceneggiato per i disegni di Davide Garota.
Qui accanto vedete l'effigie del protagonista del fumetto: Jano Malacarne.
Jano parlava di sé come il figlio unico di una madre vedova. Era in realtà un laido quarantenne psicotico, soffriva di complessi di persecuzione e manie di grandezza. Pare, così raccontavano, che possedesse una vista a raggi X che gli consentiva di vedere le donne nude.
Qui accanto vedete l'effigie del protagonista del fumetto: Jano Malacarne.
Jano parlava di sé come il figlio unico di una madre vedova. Era in realtà un laido quarantenne psicotico, soffriva di complessi di persecuzione e manie di grandezza. Pare, così raccontavano, che possedesse una vista a raggi X che gli consentiva di vedere le donne nude.
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venerdì 13 aprile 2012
Gunter Grass
Gunter Grass è uno scrittore tedesco, vincitore nel 1999 del premio Nobel per la Letteratura.
A dirla tutta non ho mai letto un suo libro e perciò qui non dirò nulla sui suoi romanzi perché non avendoli letti non saprei cosa dirne; naturalmente mi riprometto di farlo appena possibile, magari inziando dal suo libro più celebre intitolato Il tamburo di latta. Ad essere sincero ho sempre preso con le pinze i premi e i riconoscimenti in ambito letterario (e non solo), tuttavia se la prestigiosa Accademia di Svezia ha premiato l'opera di Grass non sarà certo stato per caso (o almeno me lo auguro, ma ripeto, io ai premi ci ho sempre creduto poco).
Ad ogni modo, la notizia degli ultimi giorni è che Gunter Grass viene dichiarato "persona non gradita" dallo Stato di Israele, e questo solo per aver espresso in una sua poesia posizioni critiche circa l'arsenale atomico nucleare in possesso delle forze armate israeliane in rapporto alla situazione del vicino Iran e in relazione al contesto mediorientale su cui l'Europa si mostrerebbe attendista e silente, a suo modo di vedere, tanto da considerare il tutto come una minaccia alla pace mondiale.
La questione è troppo complessa per trattarne in maniera esaustiva qui, personalmente mi sono fatto una mia idea circa la questione mediorientale cercando di documentarmi su varie fonti e di sentire punti di vista trasversali tra cui mi preme ricordare fumetti come Gli Scorpioni del deserto di Hugo Pratt, Palestina di Joe Sacco, Unknown/Sconosciuto e Il passato è passato di Rutu Modan (autrice israeliana) e infine i lavori di Marjane Satrapi, insomma Persepolis e le altre storie, che mi hanno aiutato a capire meglio le cose come stanno.
Quello che in questa storia mi colpisce però è come quello che si definisce un paese democratico arrivi a condannare uno scrittore semplicemente per aver espresso le sue idee attraverso la propria opera. Questa condanna, questa "censura", porta inevitabilmente a riflettere su cosa significhi, o cosa dovrebbe significare, oggigiorno democrazia.
A dirla tutta non ho mai letto un suo libro e perciò qui non dirò nulla sui suoi romanzi perché non avendoli letti non saprei cosa dirne; naturalmente mi riprometto di farlo appena possibile, magari inziando dal suo libro più celebre intitolato Il tamburo di latta. Ad essere sincero ho sempre preso con le pinze i premi e i riconoscimenti in ambito letterario (e non solo), tuttavia se la prestigiosa Accademia di Svezia ha premiato l'opera di Grass non sarà certo stato per caso (o almeno me lo auguro, ma ripeto, io ai premi ci ho sempre creduto poco).
Ad ogni modo, la notizia degli ultimi giorni è che Gunter Grass viene dichiarato "persona non gradita" dallo Stato di Israele, e questo solo per aver espresso in una sua poesia posizioni critiche circa l'arsenale atomico nucleare in possesso delle forze armate israeliane in rapporto alla situazione del vicino Iran e in relazione al contesto mediorientale su cui l'Europa si mostrerebbe attendista e silente, a suo modo di vedere, tanto da considerare il tutto come una minaccia alla pace mondiale.
La questione è troppo complessa per trattarne in maniera esaustiva qui, personalmente mi sono fatto una mia idea circa la questione mediorientale cercando di documentarmi su varie fonti e di sentire punti di vista trasversali tra cui mi preme ricordare fumetti come Gli Scorpioni del deserto di Hugo Pratt, Palestina di Joe Sacco, Unknown/Sconosciuto e Il passato è passato di Rutu Modan (autrice israeliana) e infine i lavori di Marjane Satrapi, insomma Persepolis e le altre storie, che mi hanno aiutato a capire meglio le cose come stanno.
Quello che in questa storia mi colpisce però è come quello che si definisce un paese democratico arrivi a condannare uno scrittore semplicemente per aver espresso le sue idee attraverso la propria opera. Questa condanna, questa "censura", porta inevitabilmente a riflettere su cosa significhi, o cosa dovrebbe significare, oggigiorno democrazia.
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mercoledì 11 aprile 2012
Michele Petrucci
Il mondo dei fumetti non è molto diverso dal resto. Talvolta mi capita di riflettere su alcune cose che mi colpiscono; penso che siano solo fenomeni e dinamiche del mondo là fuori, che perciò no, non esistono nel settore dei fumetti. E invece non è così. Qua tutto gira tuttosommato allo stesso modo, o quasi, e inizio a pensare che la diversità e/o specificità del mondo dei fumetti siano una pia illusione.
Uno dice, quello è uno bravo, fa dei fumetti molto belli: sarà molto conosciuto, tutti andranno a leggere le sue storie. No, quell'altro è un pallone gonfiato, scrive male e disegna tutto brutto: nessuno parlerà di lui, e pochi penseranno a comprare i suoi libri. Non sempre è così, anzi. Come nel mondo là fuori, la logica sembra saltare; ci sono casi in cui nonostante tutto ci si rende conto di cose che vengono osannate a prescindere - conta sempre molto sapersi "vendere" o prostituire (fate un po' voi), certo, è questo il segno dei tempi, di tutti, forse - e altre cose che perciò vengono ignorate quasi, sottovalutate nonostante siano belle. Significative.
C'è un autore che ammiro, inanzitutto per la professionalità con cui si muove nel mondo del fumetto, per la sobrietà, il rispetto che mostra per il lavoro altrui, e per la qualità dei suoi lavori e l'impegno che mostra nel portare avanti i propri progetti. Un autore che sa come scrivere e disegna anche meglio, con un segno originale e solido. Che ha realizzato fumetti con un linguaggio in anticipo sui tempi, che mostra sempre una tensione a migliorarsi. E che crescerà ancora senz'altro. Questo autore è Michele Petrucci, e siccome è uno che non alza mai la voce, siccome si sente sempre parlare degli stessi nomi gira e rigira, ho pensato di dedicargli questo post, magari qualcuno penserà che forse quel fumetto, com'è che si intitolava? - Il brigante Grossi - varrebbe la pena di rileggerlo con più attenzione, o che forse Metauro valeva la pena di prenderlo a quella fiera. Insomma, che Michele Petrucci sarebbe il caso di seguirlo con più attenzione, perchè a forza di sentire tanto rumore le cose interessanti che però baccano non ne fanno rischiano di passare inosservate.
Uno dice, quello è uno bravo, fa dei fumetti molto belli: sarà molto conosciuto, tutti andranno a leggere le sue storie. No, quell'altro è un pallone gonfiato, scrive male e disegna tutto brutto: nessuno parlerà di lui, e pochi penseranno a comprare i suoi libri. Non sempre è così, anzi. Come nel mondo là fuori, la logica sembra saltare; ci sono casi in cui nonostante tutto ci si rende conto di cose che vengono osannate a prescindere - conta sempre molto sapersi "vendere" o prostituire (fate un po' voi), certo, è questo il segno dei tempi, di tutti, forse - e altre cose che perciò vengono ignorate quasi, sottovalutate nonostante siano belle. Significative.
C'è un autore che ammiro, inanzitutto per la professionalità con cui si muove nel mondo del fumetto, per la sobrietà, il rispetto che mostra per il lavoro altrui, e per la qualità dei suoi lavori e l'impegno che mostra nel portare avanti i propri progetti. Un autore che sa come scrivere e disegna anche meglio, con un segno originale e solido. Che ha realizzato fumetti con un linguaggio in anticipo sui tempi, che mostra sempre una tensione a migliorarsi. E che crescerà ancora senz'altro. Questo autore è Michele Petrucci, e siccome è uno che non alza mai la voce, siccome si sente sempre parlare degli stessi nomi gira e rigira, ho pensato di dedicargli questo post, magari qualcuno penserà che forse quel fumetto, com'è che si intitolava? - Il brigante Grossi - varrebbe la pena di rileggerlo con più attenzione, o che forse Metauro valeva la pena di prenderlo a quella fiera. Insomma, che Michele Petrucci sarebbe il caso di seguirlo con più attenzione, perchè a forza di sentire tanto rumore le cose interessanti che però baccano non ne fanno rischiano di passare inosservate.
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venerdì 6 aprile 2012
mercoledì 4 aprile 2012
Invito al massacro - zerotredici
Si, ci si avvicina sempre più all'uscita di Invito al massacro, il nuovo romanzo a fumetti che ho scritto e sceneggiato per i disegni di Davide Garota, il libro infatti sarà presentato in anteprima da Tunué al Napoli Comicon.
Tra gli omaggi cinematografici presenti nelle tavole ne troverete uno dedicato al capolavoro di Dario Argento, quel Profondo rosso di cui vedete qui sopra una celebre sequenza.
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lunedì 2 aprile 2012
Emilio Salgari e Paolo Bacilieri
Dopo trepidante attesa ho appena finito di leggere Sweet Salgari, l'ultimo lavoro di Paolo Bacilieri ispirato alla vita e all'opera di Emilio Salgari, scrittore di culto per intere generazioni di lettori in tutto il mondo.
Da ragazzo ho letto diversi suoi romanzi, l'autore di Sandokan è sempre stato un punto di riferimento nella narrativa letteraria e a fumetti, per chi ci sta in un certo modo sopratutto, muovendosi sull'intrepido crinale che unisce e separa la cosidetta "realtà" dalla fantasia, la finzione dalla verosimiglianza. L'avventura dalla quotidianità.
Gli scenari esotici in cui si muovono la maggior parte dei suoi personaggi sono assai lontani dalle quinte del reale, eppure leggendo Sweet Salgari si percepisce come i mondi letterari creati dalla sua penna affondino le radici nella vita di tutti i giorni, nelle città in cui egli visse, nelle persone che frequentava, nei libri che leggeva. Nello spirito del tempo, l'Italia liberale piccolo-borghese a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento in cui un sognatore visionario irredimibile come Salgari faticava ad avere serenità, oppresso dai debiti, dalle ristrettezze e dalla scarsa considerazione che in genere gli veniva rivolta, nonostante il successo internazionale dei suoi libri.
Il segno, alla maniera di Bacilieri, è però meno istrionico rispetto al solito, tanto che diveniva impossibile da etichettare per le numerose ascendenze che era possibile rintracciarvi; in questo fumetto Bacilieri vira verso un segno originale e univoco. Magari più solido che in passato.
La sceneggiatura, sobria e compatta, stavolta è meno articolata rispetto ad altri lavori, penso ad esempio a Zeno Porno e La magnifica desolazione, ma ciò è dovuto alla particolare natura del racconto credo, la biografia di Salgari, di per sé già molto densa e tragica, rischiava di rimanere strozzata se tradotta in una struttura franta.
La sensazione che rimane dopo la lettura è quella di un omaggio sentito e struggente a Salgari, che ci restituisce un quadro dell'autore ricco e complesso, ma anche quella di trovarci di fronte ad un Bacilieri nel pieno della maturità artistica.
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