All'epoca Milziade, gran condottiero dell'esercito ateniese, dopo la vittoria sui persiani incaricò il soldato Fidippide di recare la buona notizia ad Atene. L'araldo percorse l'intera distanza di corsa senza mai fermarsi. Alla fine dei 42 chilometri e passa Fidippide, dopo aver dato l'annuncio della vittoria di Atene sui Persiani, gridando Nenikékamen, "abbiamo vinto", crollò al suolo sfinito dalla fatica e morì.
Fare fumetti è come correre una maratona. Non valgono trucchetti, tricchetracche, sotterfugi e scappatoie. Ci vuole costanza, coerenza e sostanza.
Ebbene, in un'epoca e in una cultura come quella in cui siamo costretti a vivere e in cui il concetto di valore non conta nulla, in cui l'arte è una merce, la poesia è morta e il cinema ridotto a passarella per vip, nel tanto vituperato fumetto esiste ancora un discriminante. Evvivadio! Ci sono anche disegnatori che si spaccano la schiena chini sui tavoli da disegno ogni santo giorno che Dio comanda cercando di fare il massimo. Ci sono pure sceneggiatori che scrivono storie dando del proprio meglio e che riflettono a fondo sulle medesime prima di chiudere una sceneggiatura. E quando succede tutto ciò si vede, eccome!
Certo, ci saranno sempre i furbastri che sceglieranno le scorciatoie, ma sono degli illusi che non andranno lontano.