
L'ultima notizia dal fumetto mondo è, ahimè, funesta:
Carlos Trillo è morto.
Grande sceneggiatore di fumetti, e davvero l'aggettivo grande è insufficiente a descrivere l'importanza dell'opera di Trillo.
Nato a Buenos Aires nel '43, è attivo nell'ambito del fumetto dalla seconda metà degli anni '70 e ha collaborato con i maggiori illustratori di fumetto argentini (e anche no):
Alberto Breccia,
Horacio Altuna,
Domingo R. Mandrafina,
Jordi Bernet,
Enrique Breccia,
Carlos Meglia,
Ernesto Garcia Seijas,
Eduardo Risso... tra i tanti.
La sua è una scrittura dinamica, tesa, intelligente e ricca di pathos e ironia. I suoi personaggi godono una caratterizzazione molto efficace e umana. Le sue storie fanno ridere e fanno pensare.
Negli anni ha sceneggiato fumetti che hanno fatto storia, tra cui ricordiamo
El Loco Chavez,
Un tal Daneri,
El Negro Blanco,
Alvar Major,
Clara de noche e
Cybersix... solo per citare i più famosi.
Sopratutto per chi i fumetti li scrive, leggere Trillo è fondamentale.

Tra i suoi fumetti quel che più mi è rimasto impresso è stato senza dubbio
Cybersix, la fantastica creatura della notte illustrata da Carlos Meglia, in cui a mio parere si condensano le caratteristiche fondamentali della scrittura di Trillo.
Cybersix, nata dagli esperimenti genetici del malvagio
dr. Von Reichter, è l'unica superstite di cinquemila bambini artificiali della serie cyber, distrutti dal suo creatore perché dotati di libero arbitrio, capaci cioè di un pensiero autonomo e di disobbedire. Rifugiatasi a
Meridiana sotto la falsa identità del
professore Adrian Seidelman, per sopravvivere è costretta di tanto in tanto a nutrirsi di "sostanza", il sangue artificiale che scorre nelle vene e alimenta tutte le creature di Von Reichter.
Cybersix ha pure avuto un figlio dal suo compagno,
Lucas Amato, che però le è stato subito rapito da Von Reichter.
Insomma, se ne è andato un grande sceneggiatore. Davvero.