sabato 27 marzo 2010

le nuove frontiere del fumetto d'autore


Vorrei segnalarvi un bell'articolo di Goffredo Fofi sull'importanza del fumetto nella cultura contemporanea alla luce della recente edizione di Bil Bol Bul a Bologna, in particolare sulla presenza di Gipi e Andrea Bruno e sul bel libro di Giacomo Monti: "Mi è capitato il mese scorso di essere a Bologna per Bilbolbul, una manifestazione organizzata dal gruppo di Hamelin che si occupa di bambini giovani scuola educazione lettura e allargamento di idee. Dovevo amministrare un incontro su come raccontano i giovani, nell’Italia di oggi, due amici che sono due grandi fumettisti, Gipi, noto ormai a livello europeo, e Andrea Bruno, un catanese-bolognese schivo e duro, due personaggi molto diversi tra loro e nelle loro opere, nel loro segno, ma uniti dalla loro radicalità, dalla loro esigenza di affrontare, in modi più narrativi e di gruppo il primo e più visionari solitari sconfitti il secondo, la durezza del mondo in cui viviamo per chi vi deve crescere, nella provincia incattivita di Gipi, nella città di macerie di Bruno. È un grande momento per il fumetto d’autore, che ha finalmente lo spazio che si merita come arte specifica del nostro tempo, che a me pare la più originale e necessaria e libera di tutte anche in rapporto ai pur degni risultati che si possono ancora godere da letteratura cinema teatro (e molto meno da pittura e fotografia, la cui crisi è forse una spiegazione per il rigoglio del fumetto d’autore).
[...]
Tornando a Gipi e Andrea Bruno, mi ha colpito l’attenzione perfetta, intensissima, di un pubblico di tre o quattrocento giovani sotto i 35, ma mi ha colpito anche la serietà dei loro propositi nel ragionare sul disastro italiano, sulle difficoltà di farsi adulti in una società davvero di merda.

Un approccio non meno esigente, duro, spietato, l’ho trovato in un altro giovane fumettista, Giacomo Monti, e nei racconti che formano Nessuno mi farà del male, edito da Canicola. Qui la tradizione più classica è rivisitata in storie essenziali, di partenza realistica, che parlano di giovani di oggi, di giovani “normali” che festeggiano l’addio al celibato di uno di loro andando a massacrar di botte un trans, o che, da lavoratori precari, hanno a che fare con adulti squallidi e sconfitti ai quali sono destinati implacabilmente a somigliare… In un grigio clima di attese e speranze che non rassicurano, alcuni di questi personaggi scivolano nella paranoia confrontandosi con le proprie ansietà.
Se in Il virus la paura è quella di aver figli contagiati da una nuova peste che corrode l’umanità, in altri racconti, come in quello finale che dà il titolo alla raccolta, il confronto è con gli extraterresti. Una di loro è accolta come lavorante e amante da un giovane agricoltore così poco generoso da provocare la sua fuga: ed è ovvio vedere nella E.T. nient’altro che un’immigrata.
Si presenta nero, il futuro, per i nostri giovani, mentre intanto gli adulti sono latitanti, rifiutano di assumersi le responsabilità che gli toccano, e mentre i più - la zona grigia - tirano a campare e i meno - figli di un’ignobile classe dirigente - a spendere e ad arricchirsi, il futuro si va costruendo giorno dopo giorno sotto i nostri occhi, pieno di ipocrisie e di menzogne, di consolazioni mercantili e, al meglio, di sterili denunce.
Come si fa, allora, a non provare solidarietà e affetto per i Monti e per i Bruno e per gli altri giovani artisti che, come loro, guardano le cose in faccia e si rifiutano di farsi addormentare dai modelli del successo che incantano i meno esigenti, i più ruffiani dei loro coetanei?
«Ho capito come va a finire», scrive l'extraterrestre al suo italiano normale: «Addio, terrestre»".

Che le sue parole ci servano da stimolo, incoraggiamento e sprono. Orsù!

mercoledì 24 marzo 2010

vertigini americane

Bei tempi gli anni novanta, la prima metà degli anni novanta in particolare, anche solo per la diffusione in Italia dei fumetti della Vertigo ad opera della Comic Art, casa editrice oggi scomparsa che nel nostro paese ha fatto Storia, e della Play Press (entrambe all'epoca pubblicavano indifferentemente fumetti Dc Comics e Marvel, quest'ultima in condivisione per giunta con Star Comics e News Market... altri tempi davvero!)

Sarà forse l'effetto inevitabile della nostalgia per la giovinezza perduta, ma ho un bel ricordo delle letture di quel periodo: il Sandman di Gaiman, Shade di Milligan, Kid Eternity Animal Man e Doom Patrol di Morrison, Hellblazer di Delano e Swamp Thing di Moore tra gli altri...

Quelli della Comic Art erano presentati in albi spillati e un prezzo molto economico che nel giro di un paio di anni sparirono dalle edicole assieme alla casa editrice romana che chiuse per sempre i battenti. La Play Press proponeva materiale Vertigo tramite raccolte antologiche. La diffusione di quei fumetti ricordo che significò molto per me, allora appena quindicenne, il cui massimo sballo a fumetti poteva essere un Dylan Dog di Sclavi (scoprii solo in seguito i vari Pratt, Pazienza... che tuttavia erano autori già "vecchi"). Leggere quei fumetti era una vera e propria vertigine. Mai nome sarà più appropriato per un'etichetta editoriale come Vertigo. Oggi a distanza di anni mi rendo conto di come furono letture fondamentali, non solo per me ma anche per molti altri miei coetanei (alcuni diventati poi come me autori di fumetti). C'era qualcosa in quelle storie che non poteva lasciarti indifferente, uno strappo sulla realtà da dimensioni inedite verso prospettive azzardate: poteva succedere di tutto!
Viaggiare nel tempo, attraverso i sogni, tra dimensioni parallele.. personaggi venuti da altri mondi, dal mito... dagli incubi... senza facili stereotipi, senza pudori e moralismi: in una parola erano la MAGIA a fumetti! Nulla di paragonabile a quanto si produceva in Italia in quegli anni. Ma i tuoi fumetti non c'entrano nulla con quelli Vertigo, direte, questo è vero solo in apparenza poiché quei fumetti possedevano una assoluta coerenza tra etica ed estetica, tra scrittura e disegno, che non poteva non lasciare tracce anche in chi come me poi avrebbe raccontato storie di ambientazione differente ma improntate dalla medesima coerenza. Erano fumetti disegnati splendidamente e sceneggiati da veri maestri da cui c'era solo da imparare. La pubblicazioni dei fumetti Vertigo storici fu ripresa anni dopo dalla Magic Press che li rilanciò gestendoli bene per qualche anno. Oggi la produzione più recente è gestita da PlanetaDeAgostini, la conosco meno, a parte qualche titolo come 100 Bullets che ho seguito con assoluta devozione, sono stato attratto da altre nuove letture, ma quei fumetti continueranno a farmi sognare...

martedì 16 marzo 2010

Booktrailer(s)!

Negli ultimi tempi sta diffondendosi la pratica del booktrailing, la promozione di un fumetto attraverso un video realizzato appositamente e postato su YouTube. Anche i romanzi a fumetti come Ti sto cercando e Nessun Ricordo, che ho scritto e sceneggiato per i disegni di Luca Patané usciti con Tunué in occasione degli scorsi Napoli Comicon, hanno appena avuto il proprio booktrailer.
Buona visione!

mercoledì 10 marzo 2010

La neve cade su di noi


Da ieri nevica ininterrottamente a Bologna, vie intasate, autostrade bloccate, aeroporto chiuso fino a nuovo ordine. Per fortuna oggi non sono costretto ad uscire e posso lavorare da casa. Non sono abituato alla neve, ma mi piace molto l'atmosfera gelida e silenziosa oltre i vetri, mi ricorda L'eternauta e mi induce lucidità mentale.
A proposito di Héctor G. Oesterheld, chi ha letto Nessun Ricordo si sarà accorto che avevo dedicato la scrittura di quel fumetto proprio a lui, bene, è notizia di questi giorni che si è aperto a Buenos Aires il processo a due esponenti dell'esercito e cinque guardie accusati del suo rapimento, della sparizione sua, delle figlie e dei generi e delle torture, oltre a 156 casi analoghi avvenuti in Argentina nel 1977 durante la dittatura militare. H. G. Oesterheld e i suoi parenti finirono risucchiati nel gorgo oscuro dei desaparecidos: di loro non si seppe più nulla. Oggi a oltre trenta anni potrebbe finalmente esser fatta giustizia. I fumetti di Oesterheld per me significano molto. L'eternauta all'epoca fu una metafora profetica della dittatura a venire. Esempio di realismo visionario unico. Un classico del fumetto che ha fatto Storia. Personalmente sono molto legato anche a Mort Cinder, altro capolavoro, ma quella è un'altra Storia. Oggi la neve cade su di noi, ma che colpa abbiamo noi?

lunedì 8 marzo 2010

Nerd elite


Come avevo anticipato qui, oggi inauguro questo nuovo spazio virtuale: nerdelite! Cosa troverete qui di diverso? Intanto post legati in maniera più ampia al fumetto, alla letteratura e alla scrittura in generale (per fare qualche esempio ho trascinato su questa piattaforma qualche contributo scritto in precedenza che mi ha indotto ad aprire questo blog personale), poi segnalazioni di autori e opere che mi piacerà far conoscere. Che altro dire? Ah! Certo, il titolo... "nerd elite"... muble... muble... dunque, il termine nerd in inglese indica una persona tendenzialmente predisposta alla ricerca intellettuale, al tempo stesso propensa a uscire di rado e frequentare poca gente. Elite indica invece una ristretta cerchia di individui a cui si attribuisce una certa superiorità. Da qui nerdelite, un nome per contrasto, ovvero il desiderio di condividere e diffondere la cultura dei fumetti. A ruota libera. Non mi sento un nerd in senso stretto e al tempo stesso non mi considero al di sopra di nessuno, le chiacchiere stanno a zero, in fin dei conti, secondo me conta quello che si fa e come lo si fa. Però nerdelite mi suona bene e allora l'ho scelto, quindi lo scriverò come mi capita... Obladì obladà!

mercoledì 3 marzo 2010

Bil Bol Bul 2010

Parte la quarta edizione di Bil Bol Bul, Festival Internazionale di Fumetto che si tiene ogni anno a Bologna. Per la prima volta riuscirò a seguire una manifestazione di fumetto sotto casa, tra l'altro la particolare natura di Bil Bol Bul, un Festival, non una Fiera-Mercato quindi, consente a noi autori di gironzolare in libertà tra mostre, incontri e presentazioni senza dover guardare l'orologio per rispettare gli impegni agli stand. Bil Bol Bul mi piace perché valorizza il fumetto come valore di cultura, mettendo in risalto le eccellenze narrative, linguistiche e grafiche del mezzo. Sul sito di BilBolBul potete trovare il programma completo della manifestazione, notizie e aggiornamenti. Magari ci si incontra in giro a Bologna. Buon Bil Bol Bul a tutti!

lunedì 1 marzo 2010

Nessuno mi farà del male

Oggi voglio scrivervi di un autore di fumetti di cui si parla poco: Giacomo Monti. Un autore che non si incontra alle fiere, io stesso non lo conosco personalmente, non l'ho nemmeno mai incontrato, ne parlo poichè apprezzo moltissimo i suoi fumetti e il suo approccio realistico e visionario al racconto (e aggiungo che ne parlo perché sento la sua scrittura affine alle mie corde). I suoi fumetti usciti negli ultimi anni su vari numeri della rivista Canicola adesso stanno per essere raccolti (finalmente!) in volume assieme ad alcuni inediti. La raccolta si intitola Nessuno mi farà del male. In alcuni racconti sviluppa una riflessione attorno alla figura dell’alieno, una visione irreale che irrompe nella quotidianità, una prospettiva che trascina il lettore ai confini della realtà, uno sguardo divergente sulla diversità, mentre in altre storie si concentra su persone comuni, ragazzi di provincia, baristi, camerieri, contadini, prostitute, trans ripresi in un giorno qualunque della loro vita. Al di là di tutto, ciò che mi preme evidenziare è l'assoluta coerenza tra etica ed estetica del suo stile: i suoi sono "fumetti senza trucchi". Essenziali e asciutti. Danno forma a ritratti impietosi e vividi allo stesso tempo in cui troviamo solo ciò che è necessario di ogni personaggio, di ogni ambiente. Ad ogni modo, se il lettore italiano fosse stato più accorto, di Monti si parlerebbe già come del “Daniel Clowes italiano” per l’analoga prospettiva apocalittica con cui nei suoi racconti a fumetti scruta e riproduce una visione della realtà, un’Italia che si manifesta come un mondo estraneo e tangibile. Caustico. Sintetico come Raymond Carver. A tratti mi ricorda lo stile di uno scrittore italiano che ammiro tantissimo e che è analogamente sfuggente: Vitaliano Trevisan.