
Qui accanto il pezzo ad opera di Diego Marani apparso su
Saturno, l'inserto culturale de Il fatto quotidiano, segnalato
qui. Personalmente le sue argomentazioni non mi convincono. Rivelano una conoscenza approssimativa e superficiale della materia. Fa confusione tra un tipo di fumetto (il graphic novel) con il linguaggio dei fumetti in toto. D'accordo, un conto è dire che il formato graphic novel da un punto di vista commerciale ha aiutato il fumetto a stare in libreria, a rompere certi tabù culturali, ma diversa cosa è contrapporre il graphic novel al fumetto! Sarebbe come affermare che gli spaghetti western non erano cinema! A questo proposito, certe "guerre di religione" non le capisco. Come ho già detto altre volte
la contrapposizione popolare/d'autore o seriale/graphic novel è fuorviante, per me. Esiste il fumetto. La definizione di
Scott McCloud in
Understanding comics dice "Immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza per comunicare informazioni". Raccontare una storia, aggiungiamo. Punto. Tutto il resto sono chiacchiere inutili. Certo,
esistono vari formati e generi (la strip, il comic book, il graphic novel, il quaderno bonelliano, l'album alla francese, il pocket, i manga...) con caratteristiche specifiche ma sempre di fumetti si tratta!
Possono essere belli o brutti,
indipendentemente dal formato o dall'argomento (leggero o impegnato che sia!). Per me, esistono fumetti seriali bellissimi e altrettanti brutti. Così come ci sono fumetti impegnati d'una noia mortale a fronte di autentici capolavori. Altri scritti bene ma disegnati male e al contrario con bei disegni ma scritture pessime. Quando arriveranno a considerare un fumetto a prescindere dal formato o dalla periodicità, dall'intrattenimento o dalla profondità? Perchè logorarsi in polemiche sterili? Ci vorrebbe più elasticità nei giudizi, poichè la storia del fumetto ha una grande tradizione di stili e generi diversi. Non si dovrebbe generalizzare. Sarebbe utile, invece, impegnarsi ognuno nel proprio ruolo - autori, editori, addetti ai lavori - per la diffusione e la lettura del buon fumetto e basta, secondo me.