giovedì 29 dicembre 2011

L'uomo dei fumetti

C'è chi considera le classifiche di fine annata qualcosa di scontato. Secondo me, no. Dipende da come le fai. Per esempio quando servono a capire, tra le cose che hai letto, quali hanno lasciato il segno, puoi intuire come indirizzerai le tue letture future, puoi suggerire agli altri cose che non avevano preso in considerazione oppure rivederne alcune che si erano sottovalutate. Nel post precedente avevo composto la triade migliore dei fumetti letti nel 2011 con Sabato tregua di Andrea Bruno, X'ed out di Charles Burns e Phonx di Paolo Bacilieri. Rispetto al numero di letture avevo compiuto delle esclusioni eccellenti, perciò eccovi qualche altro titolo in ordine sparso - non tutti usciti nel 2011 - meritevoli di attenzione:
Le viscere del Bronx di Peter Milligan e James Romberger, L'inverno del disegnatore di Paco Roca, Pompa i bassi, Bruno! di Barù, Caricature di Dan Clowes, All star Superman di Grant Morrison e Frank Quitely, Blacksad - Arctic nation di Juan Dìaz Canales e Juanjo Guarnido, Hellboy - L'uomo deforme e altre storie di Mike Mignola e Richard Corben e Il bel tempo di Joe Matt. Buone letture e buon 2012!

martedì 27 dicembre 2011

Trinità



Non credo sia il caso di dargli un'importanza vitale, ma ripensando all'anno che sta per concludersi mi chiedevo quali cose tra libri, film e fumetti "incontrati" nel 2011 mi rimarrano più impresse da un punto di vista estetico e non solo. Ripensando ai libri, ne avrò letti poco più di una decina credo - fumetti esclusi - tra i quali vorrei menzionarne almeno tre: Perturbamento di Thomas Bernhard, Il giudizio della sera di Sebastiano Addamo e Marinai perduti di Jean Claude Izzo.
Per quanto riguarda i film, anche lì saranno stati poco più di dieci, tra cui menzionerei Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Drive di Nicolas W. Refn e Miracolo a Le Havre di Haki Kaurismaki. Infine i fumetti. Non saprei dire quanti ne ho incontrati, sicuramente in misura molto maggiore. Arduo stringere il cerchio a tre titoli, ma ci proverò: Sabato tregua di Andrea Bruno, X'ed out di Charles Burns e Phonx di Paolo Bacilieri. Consapevole di aver operato esclusioni dolorose, prometto di tornare sull'argomento con una lista più ampia di titoli a fumetti da consigliare dall'anno che va a chiudersi.

venerdì 23 dicembre 2011

L'uomo nudo

Si, L'uomo nudo è uscito proprio in questi giorni per Viceversa Records.
Il cd è il primo album del cantautore Mapuche. Ora non starò qui a sprecare parole sulla bontà dei testi o la qualità degli arrangiamenti. Dico soltanto che a me il disco è piaciuto parecchio. L'ho trovato sincero, una dote assai rara oggigiorno. E ironico. La voce emblematica di una generazione. Mapuche (si legge mapuce!) è presente su Myspace.
Chi segue Nerdelite sa che di tanto i tanto ho parlato pure di musica. Probabilmente vi sarete fatti un'idea dei miei gusti.
Ad ogni modo, è possibile ascoltare L'uomo nudo on line e gratis, così che possiate farvi una vostra idea.
Mapuche la scorsa estate aveva anche pubblicato con Doremillaro Records un Ep intitolato Anima Latrina. Anche quello si può ascoltare gratis e on line.

mercoledì 21 dicembre 2011

Brian di Nazareth



Tra pochi giorni sarà il compleanno di Brian, il giudeo-romano protagonista della pellicola Life of Brian, tradotto in Italia come Brian di Nazareth, capolavoro dei Monty Python. Mi auguro che sappiate chi siano i Monty Python, altrimenti che le piaghe d'Egitto possano cogliervi!
Il film del 1979, accusato di blasfemia, è una parodia del cristianesimo e allo stesso tempo una satira sull'integralismo religioso e non, forse per questo motivo in Italia è stato distribuito solo nei primi anni '90 - è risaputo infatti come in questo paese ci siano da sempre due Stati, la Repubblica e il Vaticano. Però Brian di Nazareth è un gran bel film. E per giunta stimola una riflessione su temi profondi e sul pensare con la propria testa. Sarà per questo che fa paura? Vabbè, che dire? Così va il mondo. Buon compleanno Brian!

lunedì 19 dicembre 2011

Willy Wonka



Non ricordo con esattezza quando, ma sarà stato sicuramente durante gli anni delle scuole elementari. Le vacanze di Natale iniziavano e fino alla Befana niente compiti e maestra e basta alzarsi presto la mattina ma solo fumetti, cartoni animati e niente noia. Bei tempi! Si, sarà stata la prima metà degli anni '80, grossomodo. Ad ogni buon conto ricordo pure che in televisione davano film memorabili e assolutamente fondamentali e che grossomodo replicavano tutti gli anni durante le vacanze di Natale.
I Gremlins, La storia infinita, Nel fantastico mondo di Oz, La storia fantastica ma sopratutto Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (quello del '71, ovvio! Non parlatemi di quella ciofeca uscita nel 2005!). Buone feste!

venerdì 16 dicembre 2011

Dolce attesa

"Milioni di giovani disoccupati si aggirano per l’Italia: un popolo di circa-trentenni senza impiego. C’è chi l’ha perso, chi non ne ha mai trovato uno e chi è stato fagocitato dal precariato più fosco e disperante. Tanti hanno smesso di cercare qualcosa. L’unica ricchezza che gli resta è il tempo. Quando la disillusione colma la misura, il tempo libero diventa la sola dimensione esistenziale...". Iniziava così la presentazione di Dolce attesa, la sezione speciale di Doppio zero curata da Angelo Orlando Meloni e Ivan Baio.
Dall'esordio la rubrica continua a presentare racconti brevi di autori che vivono la "dolce attesa". Raymond Carver scrisse che lo scrittore è "colui che porta notizie da un altro mondo", Dolce attesa rappresenta allora una finestra sulle esistenze precarie e disilluse eppure cariche di tensione della generazione delle opportunità negate.
Da oggi su Dolce attesa è presente anche un mio racconto che si intitola Congedo illimitato. Potete vederlo qui. Fatemi sapere. Buona lettura!

mercoledì 14 dicembre 2011

Midnight in Paris



A me i film di Woody Allen convincono sempre. Credo che questa qualità derivi dal fatto che le sue pellicole sono belle perchè scritte molto bene. Si avverte come alla base ci sia una scrittura solida. Vedere i suoi film e studiarne la struttura, i personaggi, è sempre stato un godimento per me, e un riferimento per la buona scrittura in generale.
Ieri ho visto Midnight in Paris, l'ultimo lavoro di Woody Allen. Quante volte si ha la sensazione, anzi, la netta certezza, che se avessimo fatto scelte diverse nella vita oggi le cose andrebbero senz'altro meglio? Che se avessimo vissuto in un'epoca diversa avremo senz'altro realizzato i nostri sogni? Illusioni? Forse. Midnight in Paris è una pellicola deliziosa che approfondisce in chiave universale questi temi, centrali nella vita di uno scrittore. Ci si immedesima nel protagonista con immediatezza. Si, dopo ci si sente più leggeri. Forse anche più saggi. Un buon film, vedetelo se potete.

lunedì 12 dicembre 2011

Invito al massacro - zerocinque



Si, dunque, considerato che passerà ancora del tempo prima di vedere il fumetto in cartaceo, di tanto in tanto posterò qualche anteprima come l'altro giorno oppure come in questo caso qualcosa di suggestivo che abbia a che fare in qualche modo con la storia di Invito al massacro. In effetti non è la prima volta che metto qui un collegamento esterno al fumetto, una sorta di "ipertesto" che ha un qualche legame col racconto. Bene, potete rivedere tutto utilizzando il tag nuovo fumetto (o Invito al massacro, è uguale) e seguendo questo filo non vi rovinerete l'eventuale lettura, ma potrete pian piano entrare nello spirito e nel mondo di Invito al massacro.

venerdì 9 dicembre 2011

Fumetto tra arte e intrattenimento

Un articolo di qualche tempo fa ad opera di Guglielmo Nigro, che mi è capitato di rileggere in questi giorni, mi ha dato lo spunto per riflettere sull'annosa questione arte/intrattenimento nell'ambito dei fumetti. Sono sostanzialmente d'accordo con le argomentazioni di Nigro, tuttavia mi chiedo: quale editore "major" avrà mai l'ardire di affidare ad uno di quegli autori che Nigro definisce "indipendenti" la sceneggiatura o l'illustrazione di un personaggio d'avventura da edicola?
Perchè se da un lato gli autori italiani mostrano una tendenza verso la "specializzazione" è anche vero che gli editori sono in un certo senso specializzati. Pensiamo ad esempio alla Bonelli. Immagino che troverebbero difficoltà e resistenze, nel caso volessero produrre fumetti d'intrattenimento ma dal respiro indipendente. E lo scrivo con rammarico, poichè dall'incontro tra le due dinamiche penso che potrebbero uscire delle cose davvero belle da leggere. Per esempio, negli Stati Uniti la Vertigo è nata più o meno in questo modo. Personaggi classici, affidati per un episodio o per un ciclo fuoriserie ad autori indipendenti che avevano fatto cose diverse.
Si, immagino che Nigro mi annovererebbe tra gli "indipendenti". Però, se mi proponessero di scrivere una storia con un personaggio d'avventura tradizionale, io non direi di no a priori. Risponderei: parliamone. (in alto, uno splendido Tex Willer di Paolo Bacilieri)

mercoledì 7 dicembre 2011

Invito al massacro - zeroquattro

Mi sono reso conto che da un po' di tempo non pubblicavo un'anteprima di Invito al massacro, il mio nuovo lavoro in prossima uscita con Tunuè. Sopra una vignetta tratta da una tavola in cui si vede il protagonista in sella ad una vecchia vespa. Illustrazioni di Davide Garota. Proprio in questi giorni stiamo ultimando la consegna di tutto il materiale, insomma. Incrociando le dita, salvo imprevisti, in primavera vedremo il fumetto in libreria. Per il resto cercate sul blog.

lunedì 5 dicembre 2011

Tutto fumetto e niente fumo

Qui accanto il pezzo ad opera di Diego Marani apparso su Saturno, l'inserto culturale de Il fatto quotidiano, segnalato qui. Personalmente le sue argomentazioni non mi convincono. Rivelano una conoscenza approssimativa e superficiale della materia. Fa confusione tra un tipo di fumetto (il graphic novel) con il linguaggio dei fumetti in toto. D'accordo, un conto è dire che il formato graphic novel da un punto di vista commerciale ha aiutato il fumetto a stare in libreria, a rompere certi tabù culturali, ma diversa cosa è contrapporre il graphic novel al fumetto! Sarebbe come affermare che gli spaghetti western non erano cinema! A questo proposito, certe "guerre di religione" non le capisco. Come ho già detto altre volte la contrapposizione popolare/d'autore o seriale/graphic novel è fuorviante, per me. Esiste il fumetto. La definizione di Scott McCloud in Understanding comics dice "Immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza per comunicare informazioni". Raccontare una storia, aggiungiamo. Punto. Tutto il resto sono chiacchiere inutili. Certo, esistono vari formati e generi (la strip, il comic book, il graphic novel, il quaderno bonelliano, l'album alla francese, il pocket, i manga...) con caratteristiche specifiche ma sempre di fumetti si tratta! Possono essere belli o brutti, indipendentemente dal formato o dall'argomento (leggero o impegnato che sia!). Per me, esistono fumetti seriali bellissimi e altrettanti brutti. Così come ci sono fumetti impegnati d'una noia mortale a fronte di autentici capolavori. Altri scritti bene ma disegnati male e al contrario con bei disegni ma scritture pessime. Quando arriveranno a considerare un fumetto a prescindere dal formato o dalla periodicità, dall'intrattenimento o dalla profondità? Perchè logorarsi in polemiche sterili? Ci vorrebbe più elasticità nei giudizi, poichè la storia del fumetto ha una grande tradizione di stili e generi diversi. Non si dovrebbe generalizzare. Sarebbe utile, invece, impegnarsi ognuno nel proprio ruolo - autori, editori, addetti ai lavori - per la diffusione e la lettura del buon fumetto e basta, secondo me.

venerdì 2 dicembre 2011

Miracolo a Le Havre

L'altro giorno sono riuscito a vedere Miracolo a Le Havre, il nuovo film di Aki Kaurismaki.
Avevo già scritto qualcosa a proposito del regista finlandese. Apprezzo molto i suoi lavori e le mie aspettative, che erano alte per questa nuova pellicola, sono state ampiamente ripagate. Miracolo a Le Havre colpisce per l'intensità delle immagini, il racconto filmico non ti investe come un treno, no, non è quel tipo di forza, poiché ciò che trascina lo spettatore è l'essenzialità. Pochi dettagli ma fondamentali. La luce, i colori, gli oggetti, gli attori, le espressioni, gli sguardi e i gesti. Tutto è presente nella misura giusta. Concentrata. La sintesi, che poi è la cifra stilistica del regista. E si, certo, anche la storia è semplice, ironica ma profonda. Fatte le debite proporzioni - e ci mancherebbe altro - la trama mi ha ricordato un mio lavoro di qualche anno fa: Ti sto cercando.
Un film, ma anche un romanzo o un fumetto, possono essere belli o brutti di per sè, a prescindere dall'argomento che affrontano, ma Miracolo a Le Havre racconta molto più di quel che appare. Dice anche qualcosa che di questi tempi ci servirà. Si, il bel cinema è ancora possibile, dopotutto.