venerdì 21 marzo 2014

Verde numero 22

Ho pubblicato un racconto breve sul numero 22 di Verde, la rivista mensile indipendente e elettrocartacea curata da Alda Teodorani e Pierluca D'Antuono.
Verde è una rivista molto interessante e, come dovrebbe essere per ogni rivista indipendente, anche carica di energia e vitalità, contenuti critici e pensiero controcorrente.
Al suo interno potete trovare grafica & illustrazione, fotografia, poesie, racconti, rubriche. Il numero di questo mese è dedicato in particolare all'artista Guglielmo Achille Cavellini, noto come GAC, nel centenario della sua nascita. Artista, collezionista e mecenate, GAC è una figura cardine del mondo dell'arte contemporanea.
Sul numero di questo mese, come dicevo, uscito in questi giorni, è contenuto il mio racconto che si intitola Carnaio.
Si tratta di un testo in cui ho provato a misurarmi con una scrittura e un linguaggio di impronta "nera" lavorando su alcune idee molto cattive. Chi volesse leggerlo potrà farlo gratuitamente sfogliando Verde on line qui in calce, oppure direttamente su Issuu, alle pagine 10-11. Qualora voleste procurarvi una copia cartacea della rivista potete consultare il blog di Verde dove sono indicati i punti di distribuzione.




martedì 11 marzo 2014

True Detective

Si è appena conclusa la prima stagione di True Detective, la magnifica serie televisiva ideata dallo scrittore Nic Pizzolatto per l'emittente statunitense HBO.
Per coloro che ancora non avessero avuto modo di vederla, dirò solo che essa narra le vicende di Martin Hart e Rustin Cohle (interpretati rispettivamente da Woody Harrelson e da un Matthew McConaughey in stato di grazia), due detective della polizia dello Stato della Luisiana impegnati nelle indagini tese a catturare un assassino seriale. Una ricerca che inevitabilmente si intreccerà con le vicissitudini personali e le tensioni familiari vissute dai protagonisti.
La narrazione, che si snoda attraverso un arco temporale che va dal 1995 al 2012 con un percorso in cui si alternano con grande efficacia flash-back e flash forward, si caratterizza sin dalle prime battute come un poliziesco duro e puro vecchia scuola hard boiled, seppur aggiornato e contaminato da elementi misticheggianti e soprannaturali, tanto che in un primo momento si è portati subito a collegare True Detective alla serie più grande di sempre, ovvero il Twin Peaks di David Lynch (1990), mentre nel corso delle puntate si fa sempre più vivo il legame con il filone ultraterreno della produzione letteraria americana che da Ambrose Bierce conduce a H.P. Lovecraft.
In realtà, a mio modesto avviso, al di là delle varie influenze cinematografiche (tra gli altri, The Texas Chain Saw Massacre diretto nel 1974 da Tobe Hooper), se proprio volessimo individuare un antecedente televisivo il candidato giusto sarebbe Miami Vice, la serie ideata nel 1984 da Anthony Yerkovich e Michael Mann. Il che, per tutta una serie di motivi: l'uso di un linguaggio per immagini di solido impianto cinematografico, il tono realistico da poliziesco procedurale, la cifra drammatica del racconto e la profondità interpretativa degli attori. L'elaborazione di una scrittura di altissimo livello; questo è il punto nodale della buona riuscita della serie: una scrittura di grande qualità senza la quale il buon esito di ogni racconto per immagini (su pellicola o su carta, film o fumetto che sia) andrebbe a farsi fottere. Semplicemente.
Ciò premesso, senza voler spoilerare nulla, consiglio caldamente a quanti non l'avessero fatto, di vedere tutte le otto puntate di questa serie, una storia di sbirri raccontata come Dio comanda, giusto per farsi un'idea dell'infimo livello e della banalità che caratterizzano le serie televisive (e anche no) italiane, lontane anni luce da produzioni del livello di True Detective. Oltretutto, la prima stagione è conclusiva, dato che la serie è antologica e a ogni stagione cambieranno ambientazione e interpreti. Insomma, l'effetto "beautiful" è un rischio scongiurato. Buona visione.