giovedì 28 aprile 2011

Il senso della scrittura






A volte ho la sensazione che nel mondo del fumetto non si cerchi il senso dello scrivere storie. Che si scriva assecondando pure esigenze materiali o, peggio ancora, un "informe desiderio di partecipare alla festa". E allora mi sono tornati in mente questi esempi tratti dal mondo della letteratura nell'intento che possano servire da spunto di riflessione. Buon ascolto.

martedì 26 aprile 2011

Napoli Comicon 2011

Anche quest'anno dal 29 Aprile all'1 Maggio torna Napoli Comicon, il prestigioso Salone Internazionale del Fumetto giunto ormai alla sua XIII edizione. Il festival si terrà come tradizione tra le mura del monumentale Castel Sant'Elmo, al Vomero.
Quest'anno, dopo un lungo rimuginare, non andrò. Non avendo pubblicazioni in uscita per il Salone alla fine ho deciso di saltare del tutto la manifestazione, per la prima volta... dato che in un modo o nell'altro negli anni non mi sono fatto mancare una partecipazione al Napoli Comicon, fosse anche per una sola giornata. Mi mancherà non esserci, per tanti motivi che non sto qui ad articolare, mi dispiacerà ma sentivo anche il bisogno di prendermi una pausa dalle fiere - medito già di saltare Lucca Comics quest'anno, siete avvisati. I perchè e i per come non importa illustrarli. Sto concentrandomi sulla scrittura e tanto basta, per il momento.Ad ogni modo, chi avrà la piacevole ventura di andare potrà trovare i miei libri (da Leggere Hugo Pratt a Ti sto cercando e Nessun ricordo) presso lo stand Tunuè - che tra l'altro sarà presente con delle novità interessanti come sempre, tra cui il nuovo fumetto di Paco Roca - quell'Inverno del disegnatore già premiato al recente Salone Internazionale di Barcellona coi premi per la miglior sceneggiatura e per la miglior opera - e l'esordio in terra italiana di un nuovo talento francese, Fred Bernard e il suo fumetto L'uomo bonsai che mi incuriosisce. Spero di riuscire a procurarmeli e leggerli in tempi ragionevoli...
Al Salone sarà presente anche lo stand del benemerito Centro Fumetto Andrea Pazienza, con tante novità e iniziative. Chi volesse potrà trovare l'antologia Futuro Anteriore 2009: giallo a cui ho contribuito a suo tempo con un soggetto originale (e che a prescindere da ciò vi consiglio di leggere). Nel frattempo ai tanti amici e colleghi che saranno presenti alla fiera rivolgo un grosso in bocca al lupo! Brindate anche per me ;)

martedì 19 aprile 2011

Caccia al libro



Sto cercando di ricordare il titolo e eventualmente gli autori di un libro per bambini. Era un bel libro cartonato e illustrato. Le immagini erano a colori e mi pare dipinte. I testi fatti con dei caratteri grossi... poi mi ricordo che c'era un grande cane dalmata (o forse un alano chiazzato bianco e nero) e anche un altro cagnetto... e tanti altri cani, si, dovevano essere i cani i protagonisti. C'erano delle scene notturne, un temporale e il cagnetto si era smarrito. C'era anche un enorme giardino inglese.
Non ricordo niente altro, per ora.
Il libro è sparito da casa ormai da anni, chissà che fine avrà fatto, tra un trasloco e l'altro... solo che è il primo libro che mi ricordo di aver avuto... se non sbaglio per il Natale del 1979. Avevo tre anni.
Perchè ci stavo pensando? Questa è tutta un'altra storia.
Comunque se qualcuno è a conoscenza di qualche indizio che potrebbe risolvere il mistero gliene sarei molto grato.

sabato 16 aprile 2011

L'inverno d'Italia di Davide Toffolo

Finalmente ho avuto tempo e modo di leggere L'inverno d'Italia, il romanzo a fumetti di Davide Toffolo uscito, se non erro, in occasione della scorsa Lucca Comics. Il fumetto racconta una pagina nascosta e indegna della storia d'Italia, tratta dal capitolo sui campi di concentramento fascisti nel nostro paese, che esistevano, furono tanti e diffusi in tutta la penisola, e vennero prontamente smantellati per cancellarne il ricordo come si impara a sapere leggendo il libro.
La narrazione di Toffolo si concentra sul campo di Gonars, in Friuli, in particolare sulla vicenda di un bambino e una bambina - ispirati a due bimbi che in quel campo ci finirono per davvero - Drago e Giudita. Il segno e la scrittura di Toffolo sono essenziali, poche le parole ma incisive come chiodi, un segno duro e scarno come i corpi scheletrici dei due protagonisti, indelebile come i loro sguardi. Alla fine della lettura si rimane stesi come dopo aver ricevuto un cazzotto allo stomaco. Gli occhi strabuzzano di sdegno. Si rimane però grati a Toffolo per averci raccontato questa storia nascosta e messo in guardia sul luogo comune degli "italiani brava gente" - (quelli che ancora ci credevano, almeno).
Seguo Davide Toffolo dai tempi in cui faceva Animali, Piera degli spiriti, Fregoli e I cinque allegri ragazzi morti - forse anche da prima, dato che mi ricordo dei suoi disegni sulla rivista Cyborg e per un episodio di Esp. Ricordo di averlo conosciuto nel 1999 durante una mostra tenuta dalle mie parti. Lo ricordo molto umile e disponibile - come sanno essere solo i veri grandi. Negli anni successivi fece poi degli ottimi libri come Carnera la montagna che cammina e Intervista a Pasolini, ma il suo lavoro migliore per me resterà Il re bianco. Diversamente Tres - fumetti per il teatro non mi è piaciuto molto, ma forse semplicemente non l'ho capito. L'inverno d'Italia (edito da Coconino - Fandango) è una lettura che consiglio, sia per quello che racconta che per come lo racconta.

mercoledì 13 aprile 2011

Miami Vice

I primi ardori della primavera mi fanno tornare in mente quando, sarà stato intorno alle scuole medie, sto parlando quindi degli anni ottanta, nel primo pomeriggio seguivo alla tv le puntate di Miami Vice. Il nerd che c'è in noi è fatto un po' così, instaura collegamenti ad minchiam... ma a distanza di tanti anni cos'è che ci attirava di quella serie? Il realismo.
A pensarci bene era girata magistralmente, come fosse una pellicola cinematografica, tanto si notava la differenza con altre serie televisive dell'epoca. La verosimiglianza delle storie di Rico e Sonny, i due agenti dell'antidroga della polizia di Miami che agivano sotto copertura, interpretati da Philip M. Thomas e Don Johnson, erano così ben congegnate da sembrare vere. L'ambientazione era ispirata, la resa della città di Miami e del mondo criminale e non solo legato ai traffici di stupefacenti era convincente, tanto da immergerci dentro le vicende. Molto accurata inoltre era la caratterizzazione dei personaggi, penso non solo ai protagonisti ma anche ai comprimari, dal tenente Castillo agli agenti Switek e Zito fino alle agenti Joplin e Calabrese (davvero gagliarde quelle tipe) fino ai vari criminali e comprimari di turno (interpretati di volta in volta da volti noti del cinema e non solo - Pam Grier, Phil Collins, Frank Zappa, Bruce Willis, Benicio del Toro e Miles Davis, tra i tanti...).
Infine l'ambientazione anni'80 della serie rimane memorabile: acconciature, abbiagliamento, musiche... Miami Vice rimane un esempio di racconto per immagini forse insuperato e che è servito da riferimento per tante narrazioni a venire.

Nel fumetto italiano l'esempio che mi viene in mente è Nick Raider, il poliziotto protagonista dell'omonima serie prodotta da Bonelli. La ricordo come una lettura assai godibile, peccato che sia stata chiusa qualche anno fa.

sabato 9 aprile 2011

Fumetti criminali

Negli ultimi mesi sto seguendo Panini Noir, una nuova collana di fumetti made in U.S.A. ascrivibili principalmente al genere hard boiled con incursioni nel crime story e nel mystery, ma anche nel noir. Accidenti, mi rendo conto di aver utilizzato ben quattro definizioni di genere nella stessa frase! Il problema sta nel fatto che nell'ambito generale della letteratura di genere poliziesco (oddio, altra etichetta!) - da cui sono derivati molti generi del fumetto - si trovano cose che si assomigliano ma che al tempo stesso si differenziano non poco.
Tutto ha inizio con Edgar Allan Poe, fondatore della detective story, cioè il racconto del disvelamento di un mistero col solo uso dell'intelletto di un indagatore dilettante (a cui si rifaranno gli autori del mystery anglosassone come Arthur Conan Doyle e Agatha Christie e molto più avanti in Italia gli autori del giallo - dal colore delle copertine della prima collana che ospitò queste storie). Poi arrivò la scuola dei duri (hard boiled) di Dashiell Hammett e Raymond Chandler, basata sull’azione, dove lo status quo è interrotto da un evento criminale ed imprevisto e lo scopo dell’investigatore (di professione) sarà trovare l’autore del reato e ricreare l’ordine iniziale e dove emergerà una società corrotta, cinica e dissoluta. In Italia in questa direzione si è mosso il grande Giorgio Scerbanenco. Saranno i francesi col noir (autori come Leo Malet) e i tedeschi col kriminal roman (penso a F. Durrenmatt) ad approfondire la componente psicologica e concepire il crimine (quindi il male) e la devianza come costanti della società. Senza perciò alcun ordine da ristabilire.
Ad ogni modo, essendo un appassionato del genere mi gusto ogni uscita, oltretutto negli ultimi anni prediligo sempre di più i volumi autoconclusivi con una solida sceneggiatura alle spalle e illustrati con intensità. I fumetti che mi hanno convinto di più tra le uscite sono stati Le viscere del Bronx di Milligan-Romberger, Ricca da morire di Azzarello-Santos e Area dieci di Gage-Samnee.

martedì 5 aprile 2011

Nouvelle Vague Tinto Brass


Quando si pensa a Tinto Brass il pensiero vola subito ai suoi film sporcaccioni e goderecci, densi di nudità e trionfo di sederi femminili. Però forse non tutti sanno che il regista veneziano visse anche una breve ma intensa stagione negli anni '60 in cui diresse una serie di film molto interessanti legati all'estetica della Nouvelle Vague, prima quindi di deragliare nell'erotismo satireggiante delle mammelle e del fondoschiena femminino.
La prima volta che Brass scatenò le ire della censura suscitando scandalo non fu infatti per le scene di nudo, semmai per aver mostrato il sentimento anarchico e il malumore di un ragazzo che non riusciva ad integrarsi nella società: Chi lavora è perduto (1963) è una pellicola emblematica degli umori sessantottini per come evidenzia l'insofferenza verso le istituzioni della borghesia (un lavoro stabile, la famiglia, la rispettabilità borghese, la Chiesa Cattolica). Brass all'epoca era reduce dall'importante esperienza vissuta in Francia, nella Parigi della Nouvelle Vague, dove negli anni '50 si era trasferito per lavorare come archivista presso la Cinematheque Française.
Divenuto aiuto regista di Roberto Rossellini per India e Il generale Della Rovere (1959), nel 1964 gira il suo secondo film, Il disco volante, cui seguono Col cuore in gola (1967) - un film misterioso e figurativamente intenso (vide Guido Crepax in veste di consulente grafico) - e L’urlo (1968) - epopea anarchica e antiborghese, pellicola sperimentale con venature satiriche che subì l'onta del sequestro (sarà liberata solo nel '74). Questi - a parte un paio di pellicole di montaggio - gli ultimi film "impegnati" prima della "svolta erotica". Non so cosa abbia determinato questa "svolta", ma questi quattro film seppero dare una visione originale e d'avanguardia. Una nota a parte merita a mio parere Il disco volante, film delizioso che vide la partecipazione di Silvana Mangano, Monica Vitti e Alberto Sordi: gli extraterrestri sbarcano nella pianura padana. C'è chi li piega ai propi scopi, chi li sfrutta e chi li uccide. Quei pochi che li prendono sul serio finiscono in manicomio. Alberto Sordi sfodera una prestazione alla maniera di Peter Sellers (vedi Lolita o il Dr. Stranamore) interpretando ben quattro ruoli: il parroco, un ufficiale dei Carabinieri, un intellettuale di provincia ed infine un laido aristocratico omosessuale. Geniale.

domenica 3 aprile 2011

Lampedusa

L'ufficio stampa della Tunuè - la solerte Concetta Pianura - mi avvisa che su www.linkiesta.it compare una segnalazione per Ti sto cercando, il fumetto che ho sceneggiato per le illustrazioni di Luca Patanè e pubblicato nel 2008 da Tunuè.
Il protagonista della storia è un adolescente marocchino giunto a Lampedusa clandestinamente alla ricerca del padre, immigrato irregolare di cui non ha avuto più notizie. Fa un certo effetto rivedere questo fumetto, col senno di poi avevo saputo guardare lontano nel comporre il soggetto, anche se non ci voleva un genio - credo - per capire che l'immigrazione irregolare sarebbe diventata uno dei temi centrali delle cronache italiane.

Credo che il fumetto possa arrivare prima, sappia guardare anche "lontano" ed è in avanti che ho cercato di spingere la mia scrittura. A distanza di qualche anno posso affermare che si è rivelata una scelta giusta, nonostante le polemiche e i fraintendimenti che Ti sto cercando ha involontariamente scatenato in qualche frangente. Rileggendolo mi rendo conto che nonostante si trattasse per me della prima sceneggiatura importante il lavoro mi convince ancora, perchè non interpreta alcun partito preso sulla questione e racconta con distacco mostrando i fatti e raccontando i personaggi in azione, una sceneggiatura dal respiro immediato e spontaneo. Senza trucchi.