venerdì 30 marzo 2012

Fumetto e pedofilia

In questi giorni ho ripensato a Perchè ho ucciso Pierre, lo splendido romanzo a fumetti di genere autobiografico scritto da Olivier Ka e illustrato da Alfred pubblicato nel 2009 da Tunué. Il fumetto racconta l'esperienza del protagonista che cercava di superare il disagio psicologico dovuto al fatto che da ragazzino aveva subito molestie da un prete pedofilo e amico dei suoi genitori. Nella cittadina dove vivo è venuto alla luce un caso molto simile a quello narrato nel libro, infatti pochi giorni fa un giovane trentenne ha rivelato che, quando era appena un adolescente, un sacerdote lo avrebbe molestato sessualmente. Esattamente la stessa cosa successa al protagonista di Perché ho ucciso Pierre. Tra l'altro il prelato in questione è una figura molto nota e stimata, essendo pure un Monsignore.
Inoltre la faccenda pare allargarsi ad altre presunte vittime di abusi. Insomma, una brutta storia di cui fino ad oggi nulla era trapelato e su cui la Magistratura sta compiendo le opportune indagini. Il Vescovo della Diocesi ha pure sospeso il prete in questione allontanandolo dalla Basilica dove esercitava fino a poco tempo fa il proprio ministero.
Sono rimasto colpito da questa storia, pur non conoscendo personalmente questo ragazzo capisco le difficoltà e il profondo disagio che quel trauma comporta proprio per averne letto su Perché ho ucciso Pierre, un fumetto di grande valore non solo per quel che racconta ma per come è costruito, la sceneggiatura e il disegno sono di alto livello, non a caso il libro ha raccolto numerosi riconoscimenti sia dal pubblico che dalla critica. 
Adesso che ci penso, nel mio romanzo a fumetti Ti sto cercando, Alì Yassin, il protagonista del racconto, un adolescente marocchino giunto in Italia in clandestinità, ad un certo punto, tra le varie disavventure, incontra pure un tizio che prima lo aiuta e poi cercherà di abusare di lui: Alì resosi conto del pericolo fuggirà a gambe levate. Chissà, magari questi due fumetti potrebbero aver aiutato qualche ragazzino a riconoscere i pericoli di questo mondo ed evitarli.

mercoledì 28 marzo 2012

I problemi del fumetto

Leggendo il nuovo post di Giorgio Trinchero su Conversazioni sul fumetto - che vi consiglio di seguire perché a prescindere è sempre molto stimolante -, si approccia la strategia più efficace per risolvere tutti i problemi del fumetto italiano, un testo che mi ha portato a rielaborare alcune riflessioni in merito su cui mi ero concentrato tempo fa, quando su Nerdelite scrissi qualcosa sulla cosidetta "crisi" del fumetto italiano (cliccando sul tag "crisi" potrete rivedere i miei post dedicati).
Ad ogni modo, condivido appieno la lucida ed ironica disamina di Trinchero, naturalmente.
Si, perché spesso si dibatte su cose che guardandole dalla giusta prospettiva non sono poi così complicate da comprendere. Il fumetto in fondo è un'attività a rischio come tante altre. Non sta scritto da nessuna parte che debba ad ogni costo diventare la professione che consente di mantenersi o che lancerà sulla ribalta internazionale. Tante sono le variabili in gioco.
Il punto di partenza secondo me è considerare che ci sono almeno due modi per fare fumetti, uno è quello dei lavori su commissione (quindi pubblicare con Bonelli, Disney, Astorina, Marvel, DC, etc. etc.) e un altro quello dei lavori liberi. Nel primo caso si viene pagati a cottimo (cioè, un tot per ogni tavola scritta/disegnata). Nel secondo caso si ricevono proventi dai diritti d'autore (le royalties). C'è chi si muove con disinvoltura su entrambi i fronti, certo. Naturalmente gli autori che lavorano solo su commissione come prestatori d'opera utilizzano personaggi altrui, spesso delle vere e proprie icone del fumetto, personaggi noti e che stanno sul mercato editoriale da decenni con alte tirature (es. Tex, Diabolik, Dylan Dog, Spiderman, Batman...). Arrivare a lavorare in quell'ambito è molto difficile, sono necessarie abilità professionali di alto livello e la selezione è spietata.
Diversamente gli autori che pubblicano lavori liberi utilizzano personaggi propri, puntando esclusivamente sul proprio nome, inteso come marchio d'autore, scommettendo sul proprio talento narrativo e grafico, cercando di costruirsi un proprio bacino di lettori (es. Davide Toffolo, Paolo Bacilieri, Gipi, Manuele Fior...), ma anche in questo caso la selezione è dura, e sull'innesco del fenomeno di "successo" entrano in ballo elementi imprevedibili.
In entrambi i casi può andare bene come male e non c'è una regola che vale sempre e comunque. Per cui, bisognerebbe prenderla con molta più leggerezza, cioè cercare di focalizzare il proprio obiettivo e fare del proprio meglio per centrarlo. Se si riesce sarà fantastico, ma se poi le cose andassero male, pazienza, almeno si è provato. Ma può starci anche che nonostante il valore del proprio lavoro non si riesca a emergere, a raggiungere i guadagni o i riconoscimenti sperati, e in ogni caso bisognerebbe accettare il puro e semplice principio di realtà piuttosto che ipotizzare complotti, caste o prendersela col destino cinico e baro. (in alto disegno di Davide Toffolo da I cinque allegri ragazzi morti).

lunedì 26 marzo 2012

Katsuhiro Otomo

All'inizio degli anni novanta iniziai a leggere i primi manga (per chi non lo sapesse, i fumetti di produzione giapponese) che proprio in quegli anni iniziavano ad essere tradotti e pubblicati regolarmente in Italia. Oltre i tanti personaggi e autori già noti per le serie televisive, il primo autore che mi colpì fu Masamune Shirow con il suo mirabile Ghost in the shell, un autore che tuttavia nelle opere successive proposte mi lasciò piuttosto freddo. Il primo autore giapponese perciò a cui mi appassionai e che continuai a seguire con interesse fu invece Katsuhiro Otomo. Il suo primo lavoro che ho letto è stato Domu (tradotto come Sogni di bambini), nell'edizione in due tomi della Comic Art del 1994. Una storia lugubre e ricca di suspence.
Otomo esprimeva un segno espressivo e intenso, un linguaggio innovativo per allora, con tavole dalla regia molto accurata dotate di un montaggio delle vignette di ispirazione cinematografica. La cosa che sopratutto apprezzo di Katsuhiro Otomo è la disinvoltura con cui, nelle sue storie, fonde l'elemento fantastico e il vissuto quotidiano della società giapponese. Negli anni ho continuato a leggere i suoi manga, l'osannato Akira, l'antologia Memorie e gli altri lavori, per quanto si sia dedicato sopratutto all'animazione. Si, Otomo è senz'altro un mangaka da leggere.
p.s. notizia dell'ultima ora: Otomo è al lavoro - dopo anni - ad un nuovo manga di lungo respiro, per il momento si sa solo che la storia sarà ambientata nel periodo Meiji (1868-1912).

venerdì 23 marzo 2012

Invito al massacro - zerododici



Si, in Invito al massacro, il nuovo fumetto in prossima uscita per Tunué che sarà presentato in anteprima al Napoli Comicon a fine Aprile e che ho scritto e sceneggiato per le illustrazioni di Davide Garota, la musica ha un posto importante.
Jano, il protagonista del racconto, da ragazzo assieme ai suoi amici suonava in una band, nel garage sotto casa. Iniziarono con delle cover, poi passarono a comporre canzoni proprie. Jano scriveva i testi. Tra i suoi gruppi preferiti c'erano anche i Velvet Underground. Degli altri invece prossimamente vi proporrò degli ascolti.

mercoledì 21 marzo 2012

Philip K. Dick a fumetti

Su Nerdelite avevo già scritto del mio interesse per Philip K. Dick, oggi mi ritrovo invece a riparlarne a proposito del fumetto Philip K. Dick scritto da Francesco Matteuzzi e illustrato da Pierluigi Ongarato pubblicato da Edizioni Becco Giallo.
Le biografie a fumetti negli ultimi anni sono un genere parecchio visitato dagli autori. A tal punto che, a pensar male, in certi casi verrebbe da dire che siano solo un facile pretesto per vendere libri. Si individua un personaggio abbastanza noto, deceduto in circostanze tragiche ed esemplari, ma anche no, o un caso di cronaca eclatante e ci si costruisce intorno un soggetto piagnone e carico d'indignazione contro il muro di gomma di questo mondo infame. A quel punto il gioco è fatto. Non importa il linguaggio o il punto di vista messi in campo. Il livello di scrittura o la cura del disegno. Il fattore fumetto, per intenderci. L'importante è far leva sulla retorica. Operazioni dal fiato corto, così le chiamerei io.
Non è questo il caso del libro di Matteuzzi e Ongarato, che attorno alla figura di Philip K. Dick imbastiscono invece una narrazione articolata in cui il linguaggio e i nuclei tematici del grande scrittore di fantascienza vengono riletti con una chiave originale e al tempo stesso fedele allo spirito dell'opera letteraria di Philip K. Dick. Intendiamoci, sarebbe stato molto più scontato fare una semplice biografia a fumetti calcando la mano sulle fissazioni persecutorie di Dick, sugli aspetti d'opposizione "politica" del suo pensiero, sui suoi malanni, ma niente di ciò. Matteuzzi, attraverso una scrittura solida ed essenziale, e Ongarato, con un segno asettico e intenso, vanno a fondo riportando alla luce i nodi esistenziali più profondi dell'opera di uno dei maggiori scrittori di sempre, e lo fanno nel pieno rispetto di uno scrittore di culto e della sua opera, quindi del lettore. Bene ha fatto Becco Giallo a produrre questo fumetto. In definitiva, una lettura consigliata sia agli appassionati di Dick, sia sopratutto a coloro che solo avendone sentito parlare vorrebbero avvicinarsi alla sua produzione letteraria.

lunedì 19 marzo 2012

I Puffi, Hokuto no Ken e la Satrapi

Inizialmente stentavo a crederci.
Poi, tornando a rileggere gli articoli che ne parlavano, dovetti arrendermi all'evidenza dei fatti esposti: Lunedì scorso, Marjane Satrapi, l'autrice di Persepolis per intederci, attesa al Museo del Fumetto di Milano per un incontro con la stampa in vista dell'uscita della pellicola Pollo alle prugne, ispirata al suo omonimo fumetto, si è rifiutata di parlare abbandonando la sala con tutti i giornalisti intervenuti.
Ciò che colpisce è la motivazione che, stando alle cronache, sarebbe alla base di tale decisione: Satrapi non si sentiva degnamente rappresentata a intervenire sul proprio lavoro in una sala in cui avrebbe dovuto convivere con poster e riproduzioni dei Puffi e di Ken il guerriero!
Scusate, ma questi sono capricci da snob! I Puffi e Ken il guerriero sono dei classici del fumetto.
Buronson, noto anche come Sho Fumimura (autore non solo di Ken il Guerriero, ma anche, tra gli altri, di Sanctuary), e Tetsuo Hara (il disegnatore di Ken Il guerriero), possono piacere o meno, ma occupano un posto di rilievo nella storia del manga, nell'immaginario nipponico e nel fumetto in generale. Quanto a Peyo, l'autore dei Puffi, insomma, stiamo parlando di uno dei grandi maestri del fumetto franco-belga a cui Satrapi, in fin dei conti dovrebbe appartenere!
Lei, a mio modesto parere, pur avendo realizzato dei bei fumetti ha dimostrato però di non conoscere il fumetto. Avrebbe potuto mostrare più rispetto e considerazione. Così si rischia di passare dallo stereotipo fumetti="roba per bambini" a quello fumetti= robe "impegnate e seriose". Per fortuna il fumetto è molto di più. Vabbè, let's rock!

venerdì 16 marzo 2012

Invito al massacro - zeroundici

Jano Malacarne, il protagonista di Invito al massacro, il nuovo fumetto che ho scritto per le illustrazioni di Davide Garota e in prossima uscita per Tunué (che nel frattempo ha ufficializzato il piano editoriale per il 2012!), sta dormendo.
Jano spesso lavora di notte. E perciò dorme di giorno. Un sonno infestato di incubi e visioni. Jano non stava molto bene da qualche tempo, troppo tempo. Forse. Dico di testa. Non era tranquillo. Dormiva male. Aveva il sonno leggero. Jano teneva pensieri.
Adesso sembra dormire sonni tranquilli invece, qui sopra, in attesa di incontrare al Napoli Comicon i lettori che daranno vita alla sua storia. Oppure starà sognando? Se così fosse spero sia qualcosa di diverso da quello che sognava di solito. Dice "che il litio lo ha cambiato e che i suoi pensieri sono puliti adesso, ma sbiaditi come vecchie lenzuola stese ad asciugare". Dormi Jano, riposa.

mercoledì 14 marzo 2012

Poe e Lovecraft by Vertigo Comics

In the shadow of EDGAR ALLAN POE. Questo fumetto già solo per il titolo meriterebbe di essere tradotto in Italia.
Eppure, nonostante sia uscito nel 2003 negli Stati Uniti, da noi non si è mai visto. Ora, sarebbe cosa buona e giusta non pronunciarsi sulle cose che non si conoscono, quindi, sopratutto, sulle cose che non si sono lette. Però io un fumetto così lo prenderei alla cieca.
Faccio pubblico appello alla RW Lion - attuale licenziataria per l'Italia dei diritti Vertigo Comics - affinchè prenda in considerazione questo bel tomo scritto da Jonathan Scott Fuqua e illustrato da Stephen John Phillips e Stephen Parke.
Sono certo che gli appassionati dello scrittore di Boston sapranno ricambiare.
Allo stesso modo sarei molto interessato alla traduzione italiana di quest'altro fumetto uscito negli Stati Uniti nel 2004 sotto etichetta Vertigo Comics; si tratta di LOVECRAFT, scritto e illustrato da Enrique Breccia (ho detto tutto!). Chissà, magari qualcuno vicino alla RW Lion passerà su nerdelite e ci farà un pensiero.
Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft hanno avuto un impatto sull'immaginario collettivo enorme, sopratutto sul mondo dei fumetti, penso di non essere il solo interessato a questi libri.

lunedì 12 marzo 2012

Jean Giraud - Moebius

La comare secca continua a mietere il proprio mesto raccolto tra gli autori di fumetti. Stavolta dobbiamo rendere omaggio per l'ultima volta al francese Jean Giraud, in arte Moebius.
Sono arrivato a leggere Moebius attraverso Andrea Pazienza, sì, perchè leggendo, diversi anni fa - ahimé - Le straordinarie avventure di Pentothal il passaparola degli appassionati era stato quello: ti è piaciuto? Si, ma allora devi leggere Il garage ermetico di Moebius! Perchè Pazienza si ispirava in parte al lavoro dell'autore francese, che giusto in quegli anni aveva introdotto la propria verve sperimentale nel linguaggio del fumetto. Trovai da subito molto interessante la sua produzione, penso a Arzach, ma anche ai lavori più tradizionali come Blueberry.
Si, Moebius fa parte di quegli autori che hanno osato un po' più in là, tracciando un segno indelebile sulla storia del fumetto: da grande innovatore ha indicato una via grafica e narrativa alternativa all'esistente, forse non necessariamente nuova a tutti gli effetti, poichè nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, e nonostante saremmo autorizzati a rintracciare nella sua opera l'influenza di grandi maestri del passato come Winsor McCay o Alex Raymond, non possiamo allo stesso tempo non ammettere che Moebius ha indicato la via per immaginare e raccontare le storie che ancora non esistevano. Che non sapevamo ancora di voler leggere. Fuori degli schemi. E di questo gliene saremo grati.

venerdì 9 marzo 2012

Invito al massacro - zerodieci

Invito al massacro è il titolo del romanzo a fumetti che ho scritto e sceneggiato per i disegni di Davide Garota. Uscirà in anteprima al Napoli Comicon per Tunué, quindi nel circuito delle librerie e fumetterie, come ripetuto altre volte.
Stavolta però, invece della vignetta in anticipazione o dei riferimenti alla storia, vorrei segnalarvi Graphicdrome, il blog dell'illustratore del fumetto.

Da quelle parti potrete trovare un sacco di succose immagini relative alla lavorazione (schizzi preparatori, vignette scartate, studi e altri materiali).
Davide Garota
ha frequentato l’Istituto Statale d’arte di Urbino, ma la sua formazione ha vissuto una fase molto intensa in Francia dove ha collaborato con diversi sceneggiatori. In Italia ha pubblicato illustrazioni e fumetti su varie riviste.
Sono molto soddisfatto del suo lavoro per Invito al massacro. Ha colto in pieno lo spirito della storia che volevo raccontare. La sua traduzione per immagini mi ha convinto da subito. Trovo che abbia grandi doti narrative e un segno fresco, leggibile e personale. In futuro sentiremo parlare di lui, glielo auguro da un lato, dall'altro ne sono convinto perché è bravo.

mercoledì 7 marzo 2012

Florenzo Ivaldi

Se ne è andato in silenzio. Ho saputo della sua scomparsa, avvenuta a Genova l'8 di Febbraio, solo in questi giorni. Florenzo Ivaldi era un imprenditore con la passione per i fumetti, in particolare per quelli di Hugo Pratt.
Ivaldi lo conobbi nel 2007 a Genova. Un galantuomo d'altri tempi. Come ho avuto modo di spiegare nel mio breve saggio intitolato Corto Maltese il genovese. Come avvenne che Corto Maltese fu creato a Genova, pubblicato sulle pagine 52-61 di Strisce di terra strisce di carta. I fumetti dei liguri nel mondo (Rapallo/Latina, Deus Editore/ Tunué, 2008), catalogo della XXXVI Mostra Internazionale dei Cartoonist di Rapallo (GE), Florenzo Ivaldi nella primavera del 1967 tramite il disegnatore Stelio Fenzo incontrò a Venezia Hugo Pratt per proporgli di trasferirsi a Genova e realizzare fumetti per una rivista che avrebbe prodotto e pubblicato (il Sgt. Kirk della Ivaldi Editore - nell'immagine la copertina del primo numero).
Su quelle pagine compariranno per la prima volta Corto Maltese con Una ballata del mare salato e in seguito Koinsky con Gli Scorpioni del deserto. Il successo della rivista portò il talento di Hugo Pratt all'ettenzione dell'editoria francese, il maestro veneziano infatti inizierà a produrre storie per il mercato d'oltralpe scalando le vette del panorama fumettistico internazionale. Il resto come si suol dire è storia. Ma senza l'essenziale contributo dell'imprenditore-editore per passione il mondo delle nuvole parlanti con buona probabilità forse non avrebbe mai conosciuto Corto Maltese e Gli Scorpioni del deserto.

lunedì 5 marzo 2012

Joe Matt

Ho scoperto Joe Matt qualche anno fa leggendo il suo Poor bastard ed è stato amore a prima vista per un autore che ha fatto delle proprie esperienze di vita un fumetto schietto, ironico e senza reticenze. Ho continuato a leggerlo con il volume intitolato Il bel tempo e ora ho appena finito Al capolinea, il suo ultimo lavoro tradotto in Italia.
Se l'eroe si contraddistingue per le virtù, il protagonista dei fumetti autobiografici di Joe Matt capovolge le cose mostrandoci un personaggio carico di difetti, vizi e debolezze. Meschino. Laido. Turpe. Scellerato. Pigro. Tirchio. Onanista. Egoista. Cinico. Misogino. Ma non per questo privo di un certo fascino, per quanto sinistro e ambiguo. Sono pronto a scommettere che in molti riconoscono nelle sue vignette la parte peggiore di sé stessi.
Fatte le dovute eccezioni, i fumetti autobiografici li trovo quasi sempre di una noia mortale - assestandosi nella maggioranza dei casi nella contemplazione ombelicale e nel rispecchiamento di esistenze non particolarmente pregne di significati universali. Non è il caso dei fumetti autobiografici di Joe Matt. La rielaborazione svergognata del vissuto operata dall'autore da vita a storie esilaranti e spassose, che a tratti mi ricordano Charles Bukowski e Robert Crumb, emblematiche di una condizione sociale ed esistenziale folle e disperata. E quando un autore riesce a fare questo, portarci notizie da un altro mondo in maniera fresca e sincera, non ci resta che leggere e goderne.

giovedì 1 marzo 2012

Bil Bol Bul 2012

In questi giorni è in corso a Bologna la VI edizione di Bil Bol Bul, festival internazionale di fumetto.
La manifestazione inizia oggi 1 Marzo e si protrarrà fino al 4 Marzo con un programma che si snoderà attraverso un percorso lungo il tessuto cittadino fatto di mostre, incontri con gli autori, dibattiti tra addetti ai lavori, sessioni di dediche e altri eventi ospitati da varie realtà del contesto fumettistico bolognese.
Bologna è stata da sempre uno dei baricentri del fumetto italiano, e assieme a Lucca Comics e al Napoli Comicon, fiere "commercialmente forti", Bil Bol Bul oramai rappresenta uno dei principali poli di riferimento del fumetto sul piano internazionale, caratterizzandosi inoltre per un profilo culturale di alto livello considerate la varietà e la qualità degli eventi connessi.
Avendo vissuto a Bologna per un paio di anni nel recente passato, ho avuto modo di vivere il festival proprio sotto casa e più in generale Bil Bol Bul si fa apprezzare anche per questo essendo una manifestazione che si svolge in città tra gallerie, associazioni, librerie e biblioteche.
Quest'anno per impegni di lavoro non potrò andarci, ma voi che aspettate? Buon divertimento!