venerdì 6 ottobre 2017

Kazuo Ishiguro

Kazuo Ishiguro e' il vincitore del Premio Nobel 2017 per la Letteratura. Ishiguro, che l'8 novembre compirà 63 anni, è uno scrittore giapponese naturalizzato inglese. Nato nel 1954 a Nagasaki infatti, si è trasferito in Inghilterra con la famiglia quando aveva poco più di cinque anni. La permanenza nel Regno Unito, in un primo momento temporanea, divenne stabile e Ishiguro ha visitato il suo paese d'origine solo da adulto.
Una volta tanto il nome di un vincitore di un premio Nobel per la Letteratura non mi ha colto di sorpresa. Una volta tanto non si tratta di un cantautore, di un drammaturgo né di una saggista. Stavolta ha vinto un autore letterario in piena regola!
Conoscevo Ishiguro, nonostante non avessi ancora letto una riga dei suoi testi, perché, come si dice oggigiorno, i suoi romanzi fanno parte della mia "wish-list" già da tempo. Il mio problema è avere una lista dei desideri lunga un chilometro. E pochissimo tempo libero. Perciò, riuscire ad accontentare le mie esigenze di lettore è un'impresa impegnativa che mi lascia con un senso di colpa poiché ci sarà sempre un libro che attende di esser letto...
Il mio incontro con Ishiguro è stato casuale. Cercavo qualcosa da leggere per evadere dai rigidi canoni vetero-realisti del grosso della narrativa italiana tradizionale e contemporanea, tanto per cambiare. Tra i vari autori, quasi tutti stranieri, ahimè, che proiettano la propria scrittura al di là dei "confini della realtà" per esplorare territori un po' più vasti riuscendo a parlare a una vasta platea di lettori e in cui mi sono imbattuto c'è stato anche Ishiguro. 
Avevo deciso che avrei iniziato da Gli inconsolabili per continuare forse con Quando eravamo orfani, Non lasciarmi e chissà, magari con Il Gigante sepolto... 
Ora potrò cominciare a farlo davvero, approfittando anche del fatto che i suoi volumi saranno più facili da trovare rispetto a prima. In genere, la vittoria di un premio Nobel genera interesse intorno ai libri del vincitore anche da chi legge poco o niente. O da chi lo ignorava del tutto. E pure dall'ultimo venuto. Tuttavia, mi auguro che sia almeno un'occasione per far sì che il lettore medio-italiano possa apprezzare la distopia e il fantastico...

2 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Superata la prima tentazione di facili battute (è un premio del cazuo? di shiguro!) penso anch’io si tratti di un vincitore più che dignitoso, anche se ognuno di noi potrebbe avere il proprio lungo elenco di scrittori più meritevoli (i primi che vengono in mente a me: il solito Roth, e poi Hilsenrath, Auster, Mc Carthy, Amis, Donleavy, DeLillo…)
In particolare, ho apprezzato una sua bellissima dichiarazione: “Non so che cosa sia essere scrittore inglese o nipponico: la scrittura è SOLITARIA”.
Evviva!
Tutto il resto, aggiungo io, è stupida ETICHETTATURA.

GiovanniMarchese ha detto...

Tra gli italiani credo che Michele Mari sia al momento l'espressione letteraria più preziosa, non mi stupirei se un domani finisse tra i papabili al Nobel. Tra gli stranieri i nomi che mi vengono sono tanti, troppi per farne un semplice elenco, ma Kazuo Ishiguro mi ha convinto. Scrittore puro. Romanziere che non disdegna derive fantastiche riuscendo ad lo stesso attrarre molti lettori con la cura per l'introspezione.