
Rompo il silenzio. Questo è a tutti gli effetti il primo post del 2011. Ci sarebbero tante cose da dire sull'ultimo mese appena trascorso, che poi sarebbe il primo (dell'anno) e non l'ultimo, ma
le cose come le parole spesso valgono per il loro contrario. Troppe. Talmente troppe da non essere abbastanza. E non è questo il momento di rompere gli argini del fiume di parole in piena che circola nella mia testa, rischierei di travolgere qualche innocente e trascinarlo giù nel gorgo. Ma verrà il tempo.
Con la scrittura è così. Bisogna decantare. Ci vuole tempo. Accumulare idee. Sensazioni. Documenti. Stendere frasi su frasi. Periodi. Cartelle. File. E infine aspettare. Decantare. L'anno scorso non ho fatto quasi altro. Il rischio è di accumulare troppe cose. Ma è un rischio che bisogna correre. Con la scrittura è così.
Passando ad altro, anzi, tornando ad altro, mi preme raccomandare una
segnalazione (l'ennesima, ho perso il conto ormai) per
Leggere Hugo Pratt apparsa stavolta a pag. 67 del settimanale
Il Mondo (RCS), in questi giorni nelle edicole, all'interno della rubrica
LIBRI curata da
Antonio Calabrò (che ringrazio).

Vale il motto dell'organizzazione Hydra del Marvel Comics Universe:
"taglia un braccio e ne spunteranno altri due al suo posto". Il lavoro paga. La qualità paga. Sempre. Alla lunga le soddisfazioni meritate arrivano. Ad maiora.
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