A pag. 24 durante un maldestro tentativo di molestia sessuale di un debosciato nei confronti del protagonista compaiono delle espressioni scurrili di matrice dialettale "Suca" e "Unni vai? Fermo ca ta n'culu" che probabilmente non hanno bisogno di spiegazioni... e per cui soprassiederemo. Per la serie: si comincia bene... Ben inteso, sfido chiunque a rintracciare nelle mie storie una sola parola che spinga a o giustifichi qualsiasi forma di violenza. Anzi, Alì avvertendo il pericolo fuggirà via da una finestra.
A pag. 47 un comprimario enuncia un proverbio che recita così "Fimmina cucinera, pigghiala per mogliera. Fimmina piccanti pigghiala per amanti" che vale a dire che le donne che sanno cucinare sono da sposare, mentre quelle sensuali saranno da tenere come amanti. A pag. 54 e 55 e oltre compare l'espressione "Mao mao" per indicare il protagonista, dalle mie parti spesso gli africani vengono chiamati così da alcune tipologie di persone (e per estensione anche i punkabbestia, i freakkettoni e i comunisti). Bene, fine delle spiegazioni.
Ti sto cercando non ha molte espressioni dialettali, d'altronde si svolge in Sicilia solo in minima parte, ma usarle è servito lo stesso a caratterizzare i personaggi e il contesto.
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