
In Sicilia non è così.
In Sicilia la scrittura è sempre stata una questione d'elite. Un qualcosa che interessa una ristretta cerchia sociale. In Sicilia con la scrittura non ci si guadagna da vivere. Men che meno ti rendono partecipe del contesto sociale quando quello che scrivi è scomodo e non si deve raccontare in giro. I grandi scrittori siciliani in vita sono stati guardati con sospetto dai propri conterranei - es. Verga, De Roberto, Pirandello, Brancati, Tomasi di Lampedusa, Sciascia... - e beatificati post-mortem. In Sicilia l'incarnazione del detto evangelico NEMO PROPHETA IN PATRIA lo si poteva incontrare sul serio.
E oggi? Credo che sia ancora così, nonostante l'istruzione di massa abbia diffuso la conoscenza della lingua e della scrittura sono convinto che chi scrive onestamente deve misurarsi con una forma mentis radicata e in rapida espansione nella penisola. La scrittura è intesa come lieto intrattenimento, fatuo poetare o consolazione giocosa e solo in tali termini tollerata e accettata. Confezionata. Figuriamoci se scrivi anche fumetti. (nell'immagine in alto: le mummie di Savoca - provincia di Messina).
2 commenti:
mah, non so...Anche qui da me è così.Se scrivi o disegni non interessi a molta gente e non riesci neanche a farti delle fidanzate.Ecco per esempio qui è meglio essere un bravo giocatore di calcio, anche di una squadretta locale ; ci si può pure guadagnare un buon stipendio!
muble muble... la sindrome si espande lungo la penisola...
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