giovedì 4 ottobre 2012

Come nasce un libro

John W. Godward, 1889, Waiting for an answer
Sarà la coscienza di uno scrittore a determinare la sua opera o le condizioni materiali in cui l'opera si forma a determinarne la coscienza?
Ci ragiono di tanto in tanto intorno alla questione, stimolato dalle cose che ho scritto, da quelle a cui sto lavorando sopratutto, per capire cos'è che spinge un autore verso certe soluzioni narrative e stilistiche anziché altre. A patto di scrivere del buon materiale, c'è sempre un editore da convincere, i lettori che oramai iniziano a conoscerti e dai tuoi lavori si aspettano certe cose. E le aspettative degli addetti ai lavori e tutto il resto che potremo includere nella definizione di "condizioni materiali".
Ebbene, in che misura tutto ciò influisce sulla coscienza di un autore rispetto alle storie che racconta? Io una risposta ancora non saprei darla. Guardando alla mia esperienza non saprei dire con certezza quanto nelle mie storie sia "immediato" e quanto influenzato dalle "condizioni materiali". Eppure, rispetto alle cose a cui sto lavorando, le domande che mi pongo sono sempre le stesse, ovvero: ma è davvero questa la storia che voglio scrivere? Forse dovrei tenere conto di quel che si pubblica, delle aspettative degli editori e dei lettori? Sto facendo la cosa giusta? Alla fine la cosa migliore, forse, è scrivere come viene. Seguendo l'istinto. Ci sarà tempo più avanti per le spiegazioni.

2 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Uff! Questo è un bel post di riflessione. Ci sarebbe da parlarne per secoli. Mi sono chiesto più volte la stessa cosa nonostante io non sia un autore di fumetti. La risposta sta sempre lì, forse. Sempre un passo dietro l'altro, poco alla volta, senza fermarsi mai troppo a pensare. Chissà.

GiovanniMarchese ha detto...

Da quando ho iniziato a lavorare al nuovo romanzo sono perseguitato da mille dubbi e incertezze... tanto che mi sto obbligando a scrivere senza pensarci troppo, altrimenti mi blocco.