domenica 12 ottobre 2014

L'uomo di Schrödinger - 02

L'editing del mio prossimo libro, un romanzo intitolato L'uomo di Schrödinger, procede a gonfie vele. Fra non molto si procederà all'impaginazione digitale e alla stampa. Vi ho già parlato della copertina di Alessandro Di Sorbo? No, adesso che ci penso vi ho solo rimandato al suo blog... ma direi che forse per ora potrebbe essere più interessante dire qualcosa sul titolo.
Perché L'uomo di Schrödinger ?
C'è da dire che contrariamente a quanto si possa credere, il titolo è l'ultima cosa che ci si inventa. Nel senso che il titolo nasce dal libro finito, almeno a mio parere. Così fu per Leggere Hugo Pratt, come per Ti sto cercando, Nessun ricordo e Invito al massacro.
Avevo detto che il protagonista è un uomo che ha perso la memoria. Ebbene, a un certo punto, finito di scrivere il romanzo, ho ripensato alla condizione di un individuo senza memoria. Vivere senza avere coscienza del proprio passato è una condizione atroce poiché questa "ignoranza" si riverbera sul presente e impedisce di immaginare un futuro.
Le domande: chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Non hanno risposta. Almeno fino a quando questo passato non si schiude alla percezione.
Questo meccanismo mi ha ricordato il famoso paradosso del gatto di Schrödinger (si, proprio quello dove il gatto vivo e il gatto morto coesistono!). Erwin Schrödinger fu un grande scienziato, un fisico tra i maggiori studiosi della meccanica quantistica, nonché autore del famoso paradosso.
Questa coesistenza di stati mi ha fatto subito pensare al mio personaggio che allo stesso tempo è e non è. E così, eccovi spiegato il titolo e il suo senso.
Per una migliore comprensione di noi comuni mortali del paradosso affidiamoci alla spiegazione del dottor Sheldon Cooper:



In definitiva, solo leggendo il romanzo scoprirete qual è il destino del suo protagonista!

2 commenti:

Gripa ha detto...

Tutto ciò mi anche ricordato il film
"L'uomo senza passato" di Aki Kaurismäki.
Che con gelida precisione racconta
il faticoso incontro con il proprio destino,
e con gli annessi effetti collaterali.

Concordo poi, con la tua opinione sul titolo,
che personalmente considero il desiderato e celebrativo riassunto di un'impresa narrativa.

Saluti a te e all'illuminante Dott. Sheldon Cooper.


GiovanniMarchese ha detto...

La pellicola di Kaurismaki è stata tra i miei punti di riferimento durante la composizione del romanzo, tanto che pensavo di dedicarci uno dei prossimi post! ;)