lunedì 26 marzo 2012

Katsuhiro Otomo

All'inizio degli anni novanta iniziai a leggere i primi manga (per chi non lo sapesse, i fumetti di produzione giapponese) che proprio in quegli anni iniziavano ad essere tradotti e pubblicati regolarmente in Italia. Oltre i tanti personaggi e autori già noti per le serie televisive, il primo autore che mi colpì fu Masamune Shirow con il suo mirabile Ghost in the shell, un autore che tuttavia nelle opere successive proposte mi lasciò piuttosto freddo. Il primo autore giapponese perciò a cui mi appassionai e che continuai a seguire con interesse fu invece Katsuhiro Otomo. Il suo primo lavoro che ho letto è stato Domu (tradotto come Sogni di bambini), nell'edizione in due tomi della Comic Art del 1994. Una storia lugubre e ricca di suspence.
Otomo esprimeva un segno espressivo e intenso, un linguaggio innovativo per allora, con tavole dalla regia molto accurata dotate di un montaggio delle vignette di ispirazione cinematografica. La cosa che sopratutto apprezzo di Katsuhiro Otomo è la disinvoltura con cui, nelle sue storie, fonde l'elemento fantastico e il vissuto quotidiano della società giapponese. Negli anni ho continuato a leggere i suoi manga, l'osannato Akira, l'antologia Memorie e gli altri lavori, per quanto si sia dedicato sopratutto all'animazione. Si, Otomo è senz'altro un mangaka da leggere.
p.s. notizia dell'ultima ora: Otomo è al lavoro - dopo anni - ad un nuovo manga di lungo respiro, per il momento si sa solo che la storia sarà ambientata nel periodo Meiji (1868-1912).

2 commenti:

davide garota ha detto...

si Otomo è senz'altro uno con cui si devono fare i conti se si ama veramente il fumetto.

GiovanniMarchese ha detto...

Ho scritto questo post poichè in questo periodo sto facendo una rilettura di alcune cose di Otomo, un ripasso diciamo, e per la verità non leggo molto fumetto giapponese, però Otomo è una sorta di "fondamentale". Non puoi dire di essere un appassionato di fumetti senza averlo prima letto.