mercoledì 12 novembre 2014

L'uomo di Schrödinger - 06

Les amants, René Magritte, 1928
Come scrivevo l'altro giorno L'uomo di Schrödinger è in fase di stampa. Anzi, la fase di stampa pare che volga al termine. Cioè, fra non molto l'oggetto-libro sarà pronto. Paura mista a un'informe esaltazione.
Dalla Verbavolant Edizioni mi fanno sapere che in queste ore anche la pratica ISBN sarà terminata e a breve il libro apparirà nei cataloghi on line dove potrà già essere prenotato.
Io non so da dove sia giunto L'uomo di Schrödinger. Quando ho iniziato a scrivere avevo già accumulato un insieme di idee nella mia testa, ne avevo focalizzato il nucleo, ma poi la scrittura segue vie inaspettate e i personaggi che sono scaturiti e le situazioni narrative che sono venute a formarsi lo hanno fatto in modo spontaneo e inconsapevole. Per quanto più o meno immaginavo dove sarei andato a parare e in quale gorgo oscuro stesse precipitando il protagonista, lo sviluppo non è stato uno schema a tavolino ma assomigliava più a un gioco a rimpiattino tra me e una presenza intangibile che non saprei come definire. Un po' come avviene al protagonista del romanzo, affetto da amnesia non fa che inseguire un'ombra. L'unica persona che sa chi sia veramente. Oppure l'ombra di sé stesso?
Sicuramente ci sarà chi durante la lettura rinverrà questa o quella influenza, chi arriverà a cogliere talune citazioni, altri ancora riconosceranno l'impronta di testi da altri autori.
A ogni modo, l'effetto che vorrei è che il libro piaccia ai lettori. Che riesca a fare quel che ogni buon romanzo dovrebbe fare, ovvero divertire, in senso etimologico, far cambiare direzione, creare una deviazione, far dimenticare almeno per un attimo il peso della realtà che grava sulle nostre spalle
Trasportare il lettore in un luogo familiare in cui tuttavia non è mai stato. E là fargli trascorre qualche ora ai confini della realtà. Mi auguro perciò di esser riuscito a metter in piedi quella che considero la magia che solo i buoni romanzi sanno fare. Sognare.

Nessun commento: