giovedì 14 ottobre 2010

Philip K. Dick

Tutto ebbe inizio, almeno per me, nella primavera del 1996. Allora non avevo ancora compiuto vent'anni ma la letteratura era già al centro dei miei interessi. In quel tempo senza alcuna ragione precisa iniziai a interessarmi alla fantascienza. Asimov non riusciva ad appassionarmi. Preferivo qualcosa di più viscerale. Un amico appassionato di science-fiction mi indicò allora un classico Urania che era appena uscito, si intitolava Il dottor Futuro: Philip K. Dick da quel giorno divenne uno dei miei scrittori preferiti.
Trovo sempre qualcosa di interessante in quelle storie, nella loro scrittura, che travalicano il genere e i suoi romanzi di tanto in tanto si affacciano tra le mie letture da Il disco di fiamma a La svastica sul sole, da I simulacri a Ubik, passando per La penultima verità, Follia per sette clan, Illusione di potere, Noi Marziani, In senso inverso, Scorrete lacrime disse il poliziotto e Labirinto di morte fino all'inarrivabile e immensa Trilogia di Valis. Un'impresa che non vedrà mai fine data la sconfinata produzione del grande scrittore americano. Ciò nonostante arriva sempre il momento per un buon libro di Philp K. Dick, perchè le sue storie dietro l'aspetto fantascientifico raccontano l'irrequietezza di un autore acuto osservatore della realtà, interprete delle illusioni e delle finzioni del mondo, sempre pronto a anteporre la pura e semplice dignità dell'essere umano contro ogni oppressione politica, attento ai risvolti psicotici della società post-moderna, all'impatto feroce dei mass media e della tecnologia sull'individuo, alle droghe, alla manipolazioni della verità e della mente, teso negli ultimi anni fin anche alla ricerca di Dio. Si, probabilmente Philp K. Dick è tra i maggiori scrittori nordamericani del novecento. Quasi ignorato in vita, noto solo alla cerchia degli appassionati, dopo la sua morte e per un certo periodo fu quasi di moda, sopratutto in seguito all'uscita di Blade Runner (pellicola di Ridley Scott ispirata a un suo racconto) e grazie alla corrente letteraria del cyber-punk. Certo, negli anni è stato saccheggiato da chiunque, al cinema, nei fumetti e anche da una moltitudine di pallidi epigoni. Tuttavia Philip K. Dick resta dannatamente attuale.
E cosa c'entra Philip K. Dick col mio nuovo fumetto? Non c'entra ma in qualche modo c'entra.

8 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Ciao, Giovanni.
Philip Dick è più di quello che si vuole far credere. Forse un profeta.

Ti consiglio anche "tempo fuor di sesto". Un capolavoro. Come tutti i suoi libri, tra l'altro. Chi più chi meno. Anche quando non ha trattato i soliti temi a lui tanto cari come in "Mary e il Gigante".

GiovanniMarchese ha detto...

Eh! Terrò conto dei titoli che citi per il prossimo turno di letture dickiane ;)Quanto alla componente "profetica" dei suoi scritti, Dick era un profondo conoscitore dei testi sacri, aveva una buona cultura teologica, in particolare la figura dell'apostolo Paolo e del profeta Elia sono centrali proprio nella trilogia di Valis per leggere la quale ho sudato le proverbiali sette camicie. In Italia non abbiamo avuto nulla di simile. Chissà perchè... Ad ogni modo anche i suoi romanzi apparentemente più "leggeri" hanno basi molto solide, una visione coerente e critica.

Anonimo ha detto...

Ho letto solo un libro e mi è piaciuto molto, mi ha spiazzato per un racconto che supera i generi come dici tu. Ne ho diversi nella mia libreria, grazie a questo post mi hai dato un idea per la prossima lettura. Anzi si accettano consigli su quale titolo leggere.

GiovanniMarchese ha detto...

I titoli irrinunciabili sono secondo me: La svastica sul sole, Ubik, I simulacri e la trilogia di Valis (Valis-Divina invasione-La trasmigrazione di Timothy Archer).Quale avevi già letto? Quali titoli hai?

Anonimo ha detto...

Ho letto il disco di fiamma, l'altro titolo che ho è Blade runner.

GiovanniMarchese ha detto...

Il disco di fiamma (Solar lottery, 1955) è il primo romanzo pubblicato da Dick, ho un bel ricordo di quella lettura, in effetti già in quel libro c'è tanto del Dick che verrà, temi come il controllo della mente e l'oppressione politica.Il film di Ridley Scott è ispirato al racconto Do Androids Dream of Electric Sheep? (Ma gli androidi sognano pecore elettriche?)noto anche come Blade Runner... non tra le opere maggiori, ma certo tra le più note e immediate. Buona lettura ;)

Simone Rastelli ha detto...

Di tutto il Dick che ho letto, ho molto amato "Gli androidi sognano..." e "Divina Invasione". Quest ultimo è forse una delle letture che mi hanno aperto una nuova visione.

GiovanniMarchese ha detto...

Si, Divina invasione (ma tutta la trilogia di Valis) è qualcosa di incredibile... vangeli apocrifi, sacre scritture, teologia, filosofia, mitologie... ma in un quadro coerente e credibile. Dick era davvero fuori dalla norma.