giovedì 17 marzo 2011

Centocinquantesimo dell'unità d'Italia

Mentre la retorica risorgimentale nazional popolare e tricolore di questo centocinquantesimo anniversario celebra l'unità d'Italia non posso nascondere le mie sensazioni. Ciò che non si dice genera nevrosi. E quel che si tace in questa propaganda della ricorrenza è tanto. Troppe le ombre. L'unificazione fu nella realtà un'annessione coloniale, una conquista, si, un'occupazione armata che produsse centinaia di migliaia di morti innocenti tra le popolazioni meridionali. Gli studi dei meridionalisti registrano fatti che parlano chiaro. La propaganda tace su come questo paese sia nato: da un massacro perpretato nei confronti del sud. Dallo smembramento del tessuto economico e sociale del meridione d'Italia. Le classi dirigenti in questi centocinquanta anni hanno abbandonato il sud al proprio destino e alle mafie, relegandolo in una posizione subalterna favorendo politiche duali in cui solo il nord del paese è stato protagonista in positivo. Con la crisi degli ultimi venti anni si è giunti infine all'assurdo, capovolgendo la questione meridionale in una questione nordista.

Sono convinto che un primo passo per compiere davvero l'unità d'Italia sia prendere coscienza dei fatti: capire chi siamo per comprendere dove vogliamo andare. Il passo successivo sarà operarsi per e pretendere dalle classi dirigenti provvedimenti concreti per risollevare materialmente il sud dall'attuale subalternità e fare davvero un'Italia unita dove ogni cittadino ha ovunque uguali diritti e le medesime opportunità. Ci sono due fumetti che entrano in argomento con stile e sostanza.

Il primo l'ho letto e lo consiglio. Si tratta de Il brigante Grossi e la sua miserabile banda di Michele Petrucci (Tunuè, 2010): disegni gagliardi, una scrittura asciutta e senza fronzoli per un racconto storico del cosidetto "brigantaggio".

Il secondo devo ancora leggerlo, i bene informati dicono sia geniale come il suo autore: parlo del Garibaldi di Tuono Pettinato alias Andrea Paggiaro (Rizzoli-Lizard, 2010). Buona lettura quindi e auguri alla nostra Italia, che il futuro possa trovarci davvero uniti perchè ancora oggi dopo centocinquanta anni non lo siamo.

2 commenti:

michele petrucci ha detto...

Ciao Giovanni e grazie della segnalazione… spero ci si veda presto.

GiovanniMarchese ha detto...

De nada! Il Brigante Grossi deve avere tutta l'attenzione che merita :)