mercoledì 30 marzo 2011

Raccontare storie tra John Fante e Will Eisner

Negli ultimi anni per università, scuole e associazioni ho curato diversi laboratori di scrittura per la narrativa e il fumetto. La domanda che più di frequente mi è stata rivolta riguardava sempre l'invenzione del racconto, l'ispirazione o in poche parole: da dove vengono le storie?
Alla luce delle mie esperienze, delle mie letture, ho sempre pensato che una componente centrale nel raccontare storie era la fantasia, la capacità di immaginare. Costruirsi una propria scrittura è un passo decisivo, nel tempo però sono sempre più incline a credere che molto se non tutto dipende anche dall'abilità di guardare, ascoltare e saper osservare e sentire quel che ci circonda poichè le storie sono proprio sotto i nostri occhi, ma bisogna imparare a vederle e a scegliere quelle che vale la pena di raccontare poichè le storie sono tante come le persone, anzi di più.

Storie: chi scrive deve essere bravo a trovarle, ascoltarle, imparare a riconoscerle. Tutto sta qui.
Avete mai provato a trascorrere una serata attorno ad una tavola a ricucire storie di famiglia? Se non vi è mai capitato non sapete cosa vi siete persi. Per chi volesse curiosare su queste cose consiglio la lettura dei romanzi e dei racconti di John Fante, immenso scrittore italo-americano, la cui opera è stata pure raccolta in un bel Meridiano - un autore che personalmente adoro per come attraverso la scrittura ha saputo rendere le vicissitudini familiari una straordinaria e universale materia narrativa.

Non saprei dire se nel fumetto esiste qualcosa di simile, al momento mi viene in mente solo il grande Will Eisner, a cominciare dal suo Affari di famiglia.

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