lunedì 5 dicembre 2011

Tutto fumetto e niente fumo

Qui accanto il pezzo ad opera di Diego Marani apparso su Saturno, l'inserto culturale de Il fatto quotidiano, segnalato qui. Personalmente le sue argomentazioni non mi convincono. Rivelano una conoscenza approssimativa e superficiale della materia. Fa confusione tra un tipo di fumetto (il graphic novel) con il linguaggio dei fumetti in toto. D'accordo, un conto è dire che il formato graphic novel da un punto di vista commerciale ha aiutato il fumetto a stare in libreria, a rompere certi tabù culturali, ma diversa cosa è contrapporre il graphic novel al fumetto! Sarebbe come affermare che gli spaghetti western non erano cinema! A questo proposito, certe "guerre di religione" non le capisco. Come ho già detto altre volte la contrapposizione popolare/d'autore o seriale/graphic novel è fuorviante, per me. Esiste il fumetto. La definizione di Scott McCloud in Understanding comics dice "Immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza per comunicare informazioni". Raccontare una storia, aggiungiamo. Punto. Tutto il resto sono chiacchiere inutili. Certo, esistono vari formati e generi (la strip, il comic book, il graphic novel, il quaderno bonelliano, l'album alla francese, il pocket, i manga...) con caratteristiche specifiche ma sempre di fumetti si tratta! Possono essere belli o brutti, indipendentemente dal formato o dall'argomento (leggero o impegnato che sia!). Per me, esistono fumetti seriali bellissimi e altrettanti brutti. Così come ci sono fumetti impegnati d'una noia mortale a fronte di autentici capolavori. Altri scritti bene ma disegnati male e al contrario con bei disegni ma scritture pessime. Quando arriveranno a considerare un fumetto a prescindere dal formato o dalla periodicità, dall'intrattenimento o dalla profondità? Perchè logorarsi in polemiche sterili? Ci vorrebbe più elasticità nei giudizi, poichè la storia del fumetto ha una grande tradizione di stili e generi diversi. Non si dovrebbe generalizzare. Sarebbe utile, invece, impegnarsi ognuno nel proprio ruolo - autori, editori, addetti ai lavori - per la diffusione e la lettura del buon fumetto e basta, secondo me.

5 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Giovanni, usi sempre parole troppo gentili :) Io ne avrei altre per Marani. Senza voler per forza fare il difficile, so che ormai si può parlare di qualsiasi argomento a ufo, senza conoscerne la natura (a chi importa?), ma confrontare il fumetto al libro la dice lunga su quanto Marani non sia andato mai più in là di qualche letturina e del proprio naso.

Ma forse non vale la pena nemmeno soffermasi su certe cose.

Forse.

Sulle etichette posso anche comprendere. Non sono certo quelle che rivalutano o svalutano un prodotto o un linguaggio. Sottoscritto ogni tua parola, a tal proposito.

GiovanniMarchese ha detto...

Eh! Cerco sempre di ragionare sulle cose, purtroppo spesso ci si trova a dover fare i conti con delle sparate abnormi e si rischia di perdere la pazienza. Ma non ne vale la pena. La verità è che qualcuno a volte si dimentica che bisognerebbe parlare solo di cose che si conoscono, assumendosi pure la responsabilità di quanto si afferma. Sarebbe tutto più semplice.

Simone Brusca ha detto...

Sono d'accordo con Luigi, vorrei solo sapere quali conoscenze del fumetto abbia Diego Marani per sparare a zero su un genere che mostra di non conoscere.
Sarebbe appena il caso di chiarire che per Graphic Novel si intende un fumetto autoconclusivo in uno o più volumi. Se Will Eisner, il più recente maestro che questo genere ha avuto, ha coniato quest'espressione, credo sapesse cosa faceva.

Simone Brusca ha detto...

Ho scritto alla redazione del Fatto Quotidiano questa mail:
Tutto fumo e niente fumetto, articolo comparso su Saturno a firma di Diego Marani, affronta con superficialità e spazio insufficiente, un argomento che meriterebbe più spazio sul vostro giornale.
Mi meraviglia che un quotidiano serio come il vostro pubblichi un articolo che mi offende come autore, bocciando un intero genere artistico sulla base di valutazioni banali e gratuite, che mancano di una benchè minima traccia di approfondimento e di conoscenza del Graphic Novel (non viene citato nemmeno l'autore di questa definizione).
Una spiacevole delusione per un vostro lettore.
Spero che Diego Marani spieghi il suo punto di vista basandosi su argomentazioni valide, piuttosto che appellarsi a triti luoghi comuni,
cordiali saluti,
Simone Brusca

GiovanniMarchese ha detto...

Si, in effetti lascia sgomenti che il supplemento culturale di un prestigioso quotidiano a tiratura nazionale abbia permesso la pubblicazione di un pezzo così maldestro. Il fumetto è un linguaggio con tutti i crismi, che conosce foliazioni, formati e tematiche diverse. Bisognerebbe che se ne occupassero con maggiore serietà, affidandosi a esperti del settore. Hai fatto bene a esprimere la tua critica, magari ci ripenseranno in futuro.