lunedì 19 marzo 2012

I Puffi, Hokuto no Ken e la Satrapi

Inizialmente stentavo a crederci.
Poi, tornando a rileggere gli articoli che ne parlavano, dovetti arrendermi all'evidenza dei fatti esposti: Lunedì scorso, Marjane Satrapi, l'autrice di Persepolis per intederci, attesa al Museo del Fumetto di Milano per un incontro con la stampa in vista dell'uscita della pellicola Pollo alle prugne, ispirata al suo omonimo fumetto, si è rifiutata di parlare abbandonando la sala con tutti i giornalisti intervenuti.
Ciò che colpisce è la motivazione che, stando alle cronache, sarebbe alla base di tale decisione: Satrapi non si sentiva degnamente rappresentata a intervenire sul proprio lavoro in una sala in cui avrebbe dovuto convivere con poster e riproduzioni dei Puffi e di Ken il guerriero!
Scusate, ma questi sono capricci da snob! I Puffi e Ken il guerriero sono dei classici del fumetto.
Buronson, noto anche come Sho Fumimura (autore non solo di Ken il Guerriero, ma anche, tra gli altri, di Sanctuary), e Tetsuo Hara (il disegnatore di Ken Il guerriero), possono piacere o meno, ma occupano un posto di rilievo nella storia del manga, nell'immaginario nipponico e nel fumetto in generale. Quanto a Peyo, l'autore dei Puffi, insomma, stiamo parlando di uno dei grandi maestri del fumetto franco-belga a cui Satrapi, in fin dei conti dovrebbe appartenere!
Lei, a mio modesto parere, pur avendo realizzato dei bei fumetti ha dimostrato però di non conoscere il fumetto. Avrebbe potuto mostrare più rispetto e considerazione. Così si rischia di passare dallo stereotipo fumetti="roba per bambini" a quello fumetti= robe "impegnate e seriose". Per fortuna il fumetto è molto di più. Vabbè, let's rock!

4 commenti:

Ang ha detto...

ben detto.

GiovanniMarchese ha detto...

Quando ci vuole, ci vuole. La cosa che fa più impressione di tutta questa storia è che, dopo aver letto in Persepolis le peripezie che i ragazzi della sua generazione dovevano passare per poter ad esempio ascoltare la musica che il regime censurava, oggi è lei ad aver guardato le cose coi paraocchi.

LUIGI BICCO ha detto...

Che la Satrapi avesse potuto evitare la piccola scenata, è fuor di dubbio. E' evidente che le difficoltà e le storie che ha dovuto passare e che hanno reso celebri anche i suoi lavori, non l'hanno temprata abbastanza da costruirsi una scala di priorità. Fatti una risata e vai avanti, le avrei detto.

Che il museo del Fumetto di Milano avesse potuto organizzarsi meglio, è fuor di dubbio ugualmente. Per quanto Peyo e Buronson siano due realtà di peso del fumetto, li avrei comunque sistemati altrove.

Ripeto però che, in effetti, alla base rimane il rancido comportamento della Satrapi che avrebbe potuto prenderla anche sul ridere.

GiovanniMarchese ha detto...

Eh! Già. Al Museo del Fumetto di Milano non sono andato, per cui non ho ben presente come sia organizzato, ma trattandosi di Museo appunto è scontato pensare che si mostrerà il fumetto a 360°... insomma, non ci vedo nulla di male se in sala stampa hanno appeso dei poster dei Puffi di Peyo. Personalmente amo diversi tipi di fumetto, alcuni più di altri, ma non mi darebbe alcun fastidio avere accanto Cocco Bill o Mister NO, per dire, durante una conferenza. Anzi.