mercoledì 9 maggio 2012

Invito al massacro al Salone del Libro

Dal 10 al 14 Maggio si svolgerà a Torino la XXV Edizione del Salone Internazionale del Libro;
naturalmente Tunué - Editori dell'immaginario sarà presente (padiglione 2, stand N83) con il proprio catalogo e con le ultime nuove produzioni tra cui il nostro Invito al massacro.
Fa uno strano effetto sapere che i miei libri saranno a Torino, a contendersi l'attenzione dei lettori con la marea di pubblicazioni che saranno offerte dai vari editori presenti; ma ora che ci penso c'è un motivo particolare per cui rimango se non proprio in apprensione quantomeno in allerta per Invito al massacro, infatti tra le tavole del romanzo a fumetti ad un certo punto si menziona il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso di Torino, si, a proposito dei resti umani là esposti e conservati, le teste mozzate appartenute ai cosidetti "briganti", i ribelli che si opposero alle forze straniere d'occupazione che invasero militarmente il Regno delle Due Sicilie durante la fase terminale del cosidetto Risorgimento; dei cadaveri appunto le truppe sabaude fecero scempio (come ampiamente descritto dalle più attente e obiettive ricerche storiche) consegnandoli alla pseudo-scienza degli "atavismi" del futuro intestatario del museo.

In un momento preciso del racconto, tra le varie ossessioni che rimbombano nella testa di Jano Malacarne in seguito alla "gita" presso la casa dei ricottari, emergono questi pensieri. Cosa faccia scattare quella riflessione nella testa di Jano lo lascio all'interpretazione del lettore. Quanto al sottoscritto, ho le mie idee in proposito, e la sensazione di aver parlato di corda a casa dell'impiccato. Staremo a vedere.

2 commenti:

davide garota ha detto...

Lombroso, u grandissimo stronzo, dico io...

GiovanniMarchese ha detto...

...per dirla con Jano Malacarne ;)
Ad ogni modo, la Storia non è un'opinione, contano i fatti: vedi gli eccidi di innocenti(Casalduni, Pontelandolfo, Bronte...), il lager di Fenestrelle, etc. etc... Vedere i resti di quei poveri cristi esposti in un museo fa davvero pena. Che vergogna. In questo paese continua a non poterci essere una storia che sia davvero condivisa.