
A partire da Oesterheld mi hanno sempre intrigato gli sceneggiatori argentini, penso anche alla magnifica scrittura di Carlos Trillo, per esempio. Hanno una caratteristica che li rende per me interessanti: scrivono storie dove le cose sono come sono e non come dovrebbero essere. Prendiamo Carlos Sampayo per esempio. La sua scrittura ha un'etica e un'estetica assai precise. Un'adesione alla realtà che è raro trovare nei fumetti anche oggigiorno - le prime storie di Alack Sinner sono uscite nella prima metà degli anni settanta. L'estetica dell'adesione al reale si spinge tanto che sembrano scritte senza sceneggiatura, cioè nella vita non c'è sempre una fine, men che meno un lieto fine. Non sono i buoni che vincono sempre contro i cattivi. Non ci sono eroi. Non sempre tutto torna. Non c'è buonismo. Non vige il politicamente corretto.
Ad ogni modo, per chi volesse approfondire la conoscenza di Carlos Sampayo - e della sceneggiatura, della scrittura per il fumetto - qualche annetto fa il benemerito Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona ha prodotto Frammenti, un libro (la cui copertina è là sopra...) molto interessante, con un'intervista a Carlos Sampayo e un mucchio di tavole con accanto la sceneggiatura. Utile, davvero.
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