giovedì 24 gennaio 2013

Un'epoca con idee di merda

A proposito di questa discussione  mi è venuto da riflettere e ritornare su alcuni concetti. A cosa si sta riducendo il canone del fumetto italiano in libreria? Il graphic novel, per essere chiari. Del mio ultimo lavoro per esempio, si Invito al massacro, non posso lamentarmi. Un fumetto gagliardo. Distopico. Venuto bene. Che fonde la visione sociale con la fantascienza. Si vende abbastanza. Lo leggono, si. Nonostante la sua stranezza rispetto a tutto il resto. Si. Un bel pò di recensioni. Positive, certo. Merito della Tunué anche che mi ha permesso di scriverlo a briglia sciolta.
Tuttavia, guardandomi attorno, ascoltando i pareri di altri colleghi sceneggiatori, ultimamente avverto una certa insofferenza circa le scelte delle case editrici relativamente all'approvazione o meno di un soggetto per un graphic novel. Fermo restando che ogni editor è libero di rifiutare o meno una proposta di collaborazione, pare che la direzione principale che si prediliga sia quella del "contenuto" a scapito dello stile: ovvero biografie di personaggi famosi morti in circostanze tragiche et esemplari, adattamenti di classici o bestseller letterari, scrittori o scrittrici "vip" prestati al fumetto e tematiche "strappalacrime" o di elevato contenuto morale. Una tendenza che vedo dilagare in libreria. Ho saputo di progetti cestinati perché ritenuti di "genere" e con troppa "fiction" per un graphic novel italiano.
Qualcuno pensa che questo fenomeno sia determinato dal fatto che gli editori in un momento di crisi sono attratti dal puntare sul "sicuro". Altri che l'attrazione per tematiche di contenuto eticamente elevato sia dovuta al fatto che esse possano migliorare la percezione del fumetto da parte dei fruitori della letteratura tradizionale in libreria, facendoli così avvicinare al fumetto. Cose in parte vere, tuttosommato. Forse. Non ce l'ho col graphic journalism quand'è veramente tale (i buoni esempi non mancano). Tuttavia probabilmente qualcuno non considera un fatto. La definizione di letteratura disegnata fu coniata da Hugo Pratt, uno che faceva le storie di un certo Corto Maltese. Un fumetto d'avventura in cui lo stile dell'autore era il punto di forza. La questione è: che cosa fare?
Da lettore per fortuna il fumetto-fumetto mi regala ancora tante soddisfazioni. Per il resto, ci sto pensando.

2 commenti:

animale politico ha detto...

cestinato per troppa fiction, incredibile!!

GiovanniMarchese ha detto...

c'è di più, ho saputo anche di rifiuti perché alcuni non usano personaggi realmente esistiti nelle loro pubblicazioni. Anche nelle edicole non è che sia un fiorir di genialità! Insomma se Atene piange, Sparta non ride.