lunedì 16 gennaio 2012

La donna della domenica

Ho letto La donna della domenica solo un paio di estati fa, perciò ho un ricordo ancora fresco e vivido, ma non solo per questo, naturalmente è un buon libro, una scrittura che rimane impressa e per me che ho sempre avuto un'attrazione fatale per le storie misteriose nelle varie declinazioni che il mercato librario conosce (noir, giallo, poliziesco, polar, detective story, kriminal roman, hard boiled...) leggerlo era un dovere e un piacere allo stesso tempo. Gli autori del romanzo sono Carlo Fruttero e Franco Lucentini, due nomi che pacatamente hanno accompagnato le letture di diverse generazioni di appassionati avendo collaborato a più riprese alla stesura di romanzi molto amati, nonchè a svariate traduzioni di libri di genere molto popolari e alla direzione per venti anni e oltre della storica rivista di fantascienza Urania. Franco Lucentini morì a Torino, una decina di anni fa, in circostanze tragiche - una morte che fatalmente ricordava quella che era stata per Primo Levi e Cesare Pavese. Carlo Fruttero invece è scomparso solo ieri, in silenzio. Le loro vite lasciano come grande eredità il modello di un lavoro intellettuale condotto con grande passione e competenza, l'esempio di una scrittura sobria, puntuale e suggestiva, accurata e di grande immediatezza. La donna della domenica, che negli anni è diventato un classico del giallo all'italiana, racconta l'indagine del Commissario Santamaria sull'omicidio dell'architetto Garrone, un individuo losco che conduce una vita di squallidi espedienti ai margini dell'alta borghesia torinese, trovato ucciso nel suo pied-à-terre con il cranio sfondato da un fallo di pietra... Leggetelo, non ve ne pentirete. (nell'immagine, una litografia di Jean-Pierre Cassigneul)

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